Regia di Corneliu Porumboiu vedi scheda film
Corneliu Porumboiu tenta la carta del thriller grottesco ne La gomera, presentato a Cannes 72 in concorso. La trama si avvita intorno al protagonista, Cristi, poliziotto corrotto e doppiogiochista che si ritrova in mezzo a due fuochi, tra mafia e polizia, ed è costretto a cavarsela nonostante intorno a lui sembrino non esistere personaggi onesti e non-violenti. Il film ha in effetti pochissimo da dire: regia anonima, soggetto poco affascinante che arranca per un'ora e mezza e un protagonista che tenta di diventare in qualche modo iconico senza riuscirci mai, volendo risultare ridicolo per un motivo e risultandolo per un altro, imprevisto. Benché la trama risulti imprevedibile, e Porumboiu sappia gestire qualche tempo comico qui e lì, di rado ci ritroviamo coinvolti in una narrazione singhiozzante e moscia, incapace di conciliare le parti - leggasi i generi, commedia e action - e incapace di divertire quando gli eventi si fanno più concitati e il sangue anche più abbondante. A un certo punto, nella sequenza di una sparatoria, sembra di assistere alla parodia di una scena al cardiopalma.
Il titolo internazionale, The Whistlers, fa riferimento all'unico aneddoto simpatico che propone il film, cioè il linguaggio dei fischi. I criminali comunicano fra loro tramite un vero e proprio alfabeto semplificato di fischi, che cambia secondo la lingua che parli e permette di trasmettere messaggi anche a distanza di chilometri, mascherandosi da verso degli uccelli. Tramite questo solo espediente Porumboiu crea una decina di sequenze più o meno ripetitive su cui sembrerebbe reggersi, debolmente, l'intero film.
Sono altri tempi, quelli del bell' A Est di Bucarest: La gomera è da dimenticare.
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