Regia di Enrico Maria Salerno vedi scheda film
La storia d'amore per antonomasia, la tragedia romantica all'italiana per eccellenza, nonché il più rinomato dei luoghi comuni del nostro tormentato cinema. Odiato dai raffinati per “eccesso di stereotipi”, scansato dai populisti (o presunti tali) perché troppo triste, e relegato nel limbo dei cult “per grazia di Dio”, Anonimo veneziano, in realtà, non solo mantiene alla grande tutte le promesse che fa (regalare allo spettatore un oceano di lacrime e di emozioni forti), ma riesce addirittura ad andare oltre al semplice discorso della tensione amorosa, andando a sforare in campi ben più ampi e delicati, superando abbondantemente tutte le più rosee aspettative al riguardo. Tutto è ridotto ai minimi termini: gli ambienti vengono cuciti addosso ai protagonisti, un panorama che poteva tranquillamente sforare nel cartolinesco, o diventare una guida turistica per una delle città più famose d'Italia, si trasforma in una tomba gigantesca, ma soffocante, che aspetta di essere chiusa con i chiodi e seppellita da chilometri e chilometri di acqua salata ed azzurra (“Perché qui dovrebbe essere diverso?” dice Tony Musante all'inizio del film, riferendosi alle teorie secondo cui Venezia sprofonderà). Ed allora torna per forza di cose alla mente Morte a Venezia di Visconti, uscito per altro, lo stesso anno: la città che viene descritta, è un teatrino goliardico di uomini che si ritirano aspettando la loro inesorabile fine, l'ultimo baluardo di una civiltà morente, che sa di essere prossima al disfacimento, quella del carnevale, delle luci soffuse, dell'allegria, della spiritualità antica, e della vita, (come dice sempre Tony Musante, per vivere a Venezia bisogna familiarizzare con la morte, e dimenticarsi che cos'è la vita che conoscevamo); nel film di Visconti (e nel libro di Mann) la fine era rappresentata dal colera asiatico, qui, in questo panorama ben più moderno, che puzza di petrolio (azzeccatissime le inquadrature dei cantieri e delle fabbriche), la morte striscia tra gli abitanti, con lo stesso aspetto del progresso del capitalismo e della mentalità borghese (ricordiamo un'altra frase di Musante, che dice alla sua amati di odiarla per questo suo approccio, tra l'altro neanche voluto, alla mentalità borghese), uccide prima l'amore, poi il corpo, ed infine lo spirito. Venezia, rappresenta qui l'ultima zona di terra del mondo, oltre alla quale c'è il nulla, è il luogo in cui le persone disperate vengono per ritrovare la loro mente, ma soprattutto, il loro cuore, ed i loro ricordi: oltre a questo, non può e non deve esistere altro. Proprio per questo Anonimo veneziano non deve essere considerato un film leggerino e disimpegnato, contrappone invece moltissimi spunti interessanti per affrontare altrettante discussioni di politica post bellica, tutto partendo dalla topografia unica di una città. Oltre a questo, è anche un eccellente film d'amore, stereotipato? Può essere, ma anche stringato ed asciutto. Cosa serve per parlare di un amore negato? Un uomo, una donna, ed il loro sentimento indistruttibile, la storia è per forza di cose struggente: c'è di mezzo un figlio che non ha mai visto suo padre se non quando era molto piccolo, ed una bambina fatta con un altro (i due protagonisti hanno sempre voluto una bambina), c'è il tradimento, mai mostrato, ma respirato, c'è il peso gravoso della legge, dello stato (bello il riferimento alla legge sul divorzio), della politica dei pezzi grossi, e di un marito, membro della borghesia, che fa contare solo la sua figura di superficie, viziando la moglie, e disabituandola al vivere vero; ma soprattutto, si sente per tutto il tempo, il peso insostenibile del rimorso, per una vita distrutta per sempre: a quel punto, la morte del protagonista, diventa quasi una conseguenza diretta della morte di un amore. In una città decadente, parte di un mondo in declino, due cuori nella tormenta che si astraggono da tutto, addentrandosi nella tana del lupo: c'è forse qualcosa di male nel mostrare questo? E tutto si conclude esattamente come accadrebbe nella realtà: lui si mette a suonare l'oboe (sapendo di non avere che pochi giorni di vita, e che non diventerà un direttore d'orchestra, come sognava insieme alla moglie), lei lentamente esce (a casa ha persone che la attendono, una nuova famiglia, una nuova vita, li invece c'è solo morte... anche se prima avrebbe l'unica vera vita possibile), si mette a piangere disperata, poi si calma, e se ne va per la città, ormai oscura, ed illuminata solo da luci artificiali. Un lucido pessimismo che non lascia via di scampo. Poi, è vero che non tutto funziona a dovere, ma cosa pretendete: Salerno, era al suo esordio dietro alla macchina da presa, e già si metteva a lavorare con soggetti del genere, per me ha fatto anche troppo, arricchendo il tutto con momenti davvero emozionanti, e citazioni azzeccatissime (le scene dei ricordi illuminate dal Sole estivo, i silenzi accompagnati dai pensieri dei protagonisti, quel sottile e nostalgico riferimento a Proust, come adire che il tempo da recuperare, non può più esistere... nulla è lasciato al caso). E poi, ci sono due protagonisti bravissimi, sofferti ed impegnati, nonché una colonna sonora trascendentale e semplicemente commovente. Magari potrà non sembrare chissà che, ma questo è un film in cui io mi sono identificato molto, e se un giorno dovessi rappresentare l'amore secondo me, farei certamente un remake di Anonimo veneziano, che osi di più e che calchi di più la mano su di una narrazione complessa. Per me, nel suo genere, è eccezionale.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
meno male che c' qualcuno che ama questo film! Qui sul sito pare che non è molto piaciuto... Di salerno ti consiglio di vedere anche "eutanasia di un amore", anche se certamente inferiore a questo.
Io ho dato il massimo voto nella mia recensione
Grazie per il consiglio, lo guarderò. Comunque la cosa che mi lascia un po' interdetto, è soprattutto il giudizio della redazione, per gi altri è anche comprensibile. Un saluto.
E' vero gli ha dato soltanto 2 stelle! ad "eutanasia di un amore" addirittura 1!!
Grande film, grandi attori e grande storia. La cornice è Venezia la città più romantica del mondo una storia delicata, essenziale e commovente. Il dramma amoroso, si porta in campo coraggiosamente , la morte e la malattia che vengono messe da parte dalla passione e dall'arte.
COMmento sublime Basia
Commenta