Regia di Enrico Maria Salerno vedi scheda film
Perlomeno, ora, tentano di spremersi le meningi per strapparti qualche lacrima… allora (e ne sono passati di anni, circa quaranta…) bastava mooolto meno. Trama: siamo separati ma ci amiamo ancora, io tra un po’ morirò e voglio ristringerti alla follia. Tu dici che mi odi ma mi desideri sempre, sei andata via, vivi con un altro, ti sei portata via nostro figlio e hai un’altra figlia col compagno attuale ma come ti chiamo ti precipiti anche se con la puzzetta sotto al naso e, ovviamente, (ri)finiremo a letto. Mettici pure un motivo (sviolinevole ed oboante) musicale di sicuro acchiappo a sfracassarci per tutto il film ed ambienta la scenografia nella città più lasciva, complice, uggiosa e stuzzichevole del mondo (Venezia ovviamente)… e voilà! Siamo stati cosi svezzati nel corso degli anni che per buona parte del film ho creduto che Musante fingesse il suo male incurabile, mentre la Bolkan nella parte della sostenuta era credibile come il Principe Emanuele Filiberto a Sanremo… e poi dice che gli americani stanno avanti!... Love story vide la luce in contemporanea ad Anonimo veneziano: due film, tuttavia, sideralmente distanti…
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