Regia di Enrico Maria Salerno vedi scheda film
Adesso sai perché ti ho fatto venire a Venezia: avevo bisogno di qualcuno con cui soffrire insieme.
Anonimo Veneziano Italia 1970 la trama: Enrico in seguito alla notizia di avere un male incurabile invita a Venezia dove risiede sua moglie Valeria, da cui è separato e con cui ha un figlio Giorgio. Valeria ignara delle condizioni di salute di Enrico accetta l’invito, pur temendo intimamente un disperato tentativo di riconciliazione o qualche strana richiesta. Valeria si è rifatta una vita a Ferrara con il suo nuovo compagno più maturo e con una buona situazione economica ed hanno una bimba insieme. All’arrivo della donna alla stazione ferroviaria di Venezia Santa Lucia Enrico non gli dice subito le sue gravi condizioni di salute, i medici gli hanno diagnosticato sei mesi di vita. “la coppia” trascorre la giornata girando per una Venezia splendida, vista senza turisti, malinconica come può essere il mare d’inverno, una città decadente. I due litigano, si abbracciano, pranzano a base degli amati spaghetti dei bei tempi vissuti insieme, ricordando i bei momenti passati .Valeria si rende conto di amare ancora Enrico e quando lui si apre teneramente, gli dice la verità e gli confida le sue umane paure ,lei si concede un ultima volta, pur sapendo che il passato non tornerà mai più. La recensione: Enrico interpretato magistralmente da Tony Musante è un cittadino veneziano agonizzante, come la città in cui risiede. Il film è l’esordio assoluto del grande attore Enrico Maria Salerno, un film magnifico diretto in stato di grazia e si può considerare il “Love story” italico, per il bellissimo sentimento raccontato di una coppia che e’ stata profondamente innamorata. L’ambientazione è il punto di forza del film, una Venezia in agonia, come Enrico il protagonista il primo oboe della Fenice di Venezia. La sceneggiatura è di Enrico Maria Salerno e dello scrittore Giuseppe Berto, la fotografia sontuosa e livida di Marcello Gatti, il montaggio di Mario Morra, indimenticabile autore di due documentari famosi degli anni settanta “Savana violenta” ed “Ultime grida dalla savana”. La colonna sonora eccezionale di Stelvio Cipriani, con il brano diretto nel grandissimo finale che eleva l’opera ad autentico capolavoro, il concerto in Do minore per oboe di Benedetto Marcello, un adagio celebre e trascritto benissimo da Giorgio Gaslini, collaboratore di Dario Argento con i Goblin di “Profondo rosso” del 1975. Il film è un’umana e toccante meditazione sulla vita e sulla morte, sullo sfondo di una Venezia senza turisti, realistica e tetra , non cartolinesca e sfavillante di luci e mille colori del Festival del cinema o del Carnevale. Venezia non è morta è dolente, ma assurge a simbolo su di una meditazione filosofica, sul senso di ogni cosa. Florinda Bolkan in questo film da il meglio di se la sua Valeria malinconica e triste, i suoi sguardi sensibili, emozionano fino a commuovere anche l’animo meno sensibile, che attrice stupenda vista anche sempre diretta da Salerno in un film da rivalutare “Cari genitori” del 1973. Un film girato abilmente con la tecnica del flash-back, incentrato sul ricordo, sulla passione e sul desiderio sessuale vero, dove i corpi si fondono e diventano un monolite unico ed armonico, di quando i due si sono conosciuti, piaciuti ed amati. Questa nostra esistenza di vita, di morte e di amore in un film essenziale, non barocco, capace di toccare le corde più nascoste dello spettatore, la scena finale da manuale del cinema, con due attori in grande sintonia, e la musica che si fonde col le meravigliose immagini. Anonimo veneziano un film da far vedere alle nuove generazioni, ha 53 anni, ma non li dimostra. Voto 9 Interpreti e personaggi Florinda Bolkan: Valeria Tony Musante: Enrico
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