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Marche ou crève

Regia di Tatiana Margaux Bonhomme vedi scheda film

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La recensione su Marche ou crève

di alan smithee
6 stelle

locandina

Marche ou crève (2018): locandina

TFF 36 - CONCORSO
La gestione, faticosa e sofferta, di una ragazza disabile, lesa cerebralmente come fisicamente, devasta la vita della sua amorevole famiglia, i cui genitori finiscono per separarsi, divergendo le loro opinioni sul tenere la figlia con loro nella casa in montagna ove abitano, piuttosto che ricoverarla in un istituto specializzato.
Assistiamo alla gestione ordinaria della ragazza soprattutto dal punto di vista della sorella diciassettenne, adolescente inquieta e tosta che si divide tra slanci amorosi verso la sorella disabile, e iniziative impulsive per affrontare di petto situazioni spinose da risolvere senza tentennamenti.
"Cammina o muori" del titolo, è più che una frase fatta, e diviene una regola di vita che pone la nostra tenace protagonista dinanzi ad un bivio ove le soluzioni sono opposte e stridenti, e paiono entrambe dolorose da scegliere.

Diane Rouxel, Jeanne Cohendy

Marche ou crève (2018): Diane Rouxel, Jeanne Cohendy

Diane Rouxel

Marche ou crève (2018): Diane Rouxel

Esordio nella regia di un lungo narrativo da parte di Tatiana Margaux Bonhomme, che ci racconta una storia molto autobiografica che si vede ben conosce per averne condiviso i dettagli, spesso drammatici, ma a volte anche meravigliosi per l'intensità del rapporto esclusivo che si crea tra il disabile e chi lo assiste con amorevole intento.
Nel cast molto funzionale, spicca la folgorante bellezza della giovane Diane Rouxel, occhi e sguardo spaziali, vista in The Wild boys e The smell of us, e il volto rassicurante,  ma pure da macho gentiluomo, del regista e spesso attore Cédric Kahn, anche se, inevitabilmente, finisce per rubare la scena a tutti la performance altamente realista resa dall'attrice Jeanne Cohendy.

Cédric Kahn, Diane Rouxel, Jeanne Cohendy

Marche ou crève (2018): Cédric Kahn, Diane Rouxel, Jeanne Cohendy

Una resa alla "Moon Suri" di quel capolavori di Oasis di Lee Chag-dong - verrebbe da pensare nel vederla impegnata a rendere in modo così credibile i gesti convulsi che l'handicap procura al corpo del suo personaggio.
Una interpretazione della disabile sorella maggiore Manon, che ha dello straodinario, e diviene nel contesto narrativo l'oggetto di tutte le attenzioni e dei crucci che finiscono per dividere una famiglia altrimenti coesa e stabile.

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