Regia di Greta Gerwig vedi scheda film
Meglio di "Lady bird", sicuramente. Meglio delle altre versioni precedenti del romanzo della Alcott, probabilmente. Greta Gerwig mostra una tempra registica e di scrittura tutt'altro che da sottovalutare, e se in America il film ha raccolto ampi consensi di critica, qui da noi qualcuno sostiene che il film sarebbe troppo in linea con i dettami del Me too e non offrirebbe molta sostanza. Innanzitutto la scelta di destrutturare la cronologia non mi sembra né astrusa per la comprensione della storia, né autoreferenziale; è sicuramente uno dei tratti più moderni dello stile della Gerwig, e non si comprende perché registi come Tarantino possano ricorrervi puntualmente riscuotendo sempre l'applauso e la Gerwig invece risulterebbe in questo intellettualistica. Poi direi che il film si avvale di un ampio cast sfruttato davvero al meglio delle possibilità, con la brava Saoirse Ronan che caratterizza con intelligenza e duttilità il femminismo ante-litteram di Jo March, ma anche validi contributi dei comprimari fra cui meritano la citazione almeno l'intensa Florence Pugh, una Laura Dern molto in parte e un Timothee Chalamet magnetico, vitale nel ruolo di Laurie, che viene reinventato con intelligenza rispetto a tutte le versioni precedenti. E poi mi sembra che il montaggio non convenzionale e impressionista, insieme ad una fotografia che gioca benissimo sul contrasto tra luci calde dei flashback e colori più freddi nel presente, servano il film portando in dono una competenza tecnica certamente né gratuita né compiaciuta. Insomma un film da godere senza farsi condizionare da pregiudizi fuorvianti, apprezzando l'insolito dinamismo della regia, la già matura consapevolezza figurativa della Gerwig che logicamente si avvale della lezione di un certo cinema indie di cui lei stessa è stata esponente di primo piano come attrice, ma con meno proclami e minore ovvietà rispetto all'opera di esordio. Per me decisamente promosso, un film che modernizza i contenuti del romanzo senza cedere al ricatto del sentimentalismo né ad uno stile accademico e ingessato.
Voto 8/10
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