Regia di John Old (Mario Bava) vedi scheda film
Mentre Arald è in battaglia, la moglie e il figlio vengono insidiati dal terribile Aghen; a loro difesa interviene a sorpresa uno sconosciuto che ha un conto in sospeso con Arald.
I coltelli del vendicatore è una specie di peplum fuori tempo massimo, un film in costume fatto di combattimenti ardimentosi, loschi intrighi e buoni sentimenti a trionfare che richiama da vicino il filone 'di genere' del cinema nostrano ormai esauritosi da qualche anno, con costumi e scenografie approssimativi e uno svolgimento della trama sostanzialmente prevedibile. A dirigerlo, unico effetto speciale del caso, c'è Mario Bava, che pure si firma John Old, come suo solito d'altronde; la pellicola in sè non offre grandi spunti nè formali, nè - soprattutto - contenutistici, ma va da sè, trattandosi di Bava, che è diretta con sufficiente grazia e risulta accattivante il minimo indispendabile per portare a casa il risultato, che in questo contesto è semplicemente il più basilare intrattenimento spensierato. Nel cast Jack Stuart, cioè Giacomo Rossi Stuart, Fausto Tozzi (alias Frank Ross), Cameron Mitchell, Amedeo Trilli (Michael Moore nei titoli di testa), Renato Terra e Luciano Pollentin (nei crediti: Louis Polletin); interessante lo pseudonimo Othello affibbiato al montatore Otello Colangeli; la sceneggiatura è a triplice firma: quella del regista, quella di Giorgio Simonelli e quella del già meno quotato Alberto Liberati. Nulla di memorabile, specie per il talentuoso Bava. 2,5/10.
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