Regia di Paul Anderson vedi scheda film
Event Horizon è un titolo molto più intrigante e metaforico di quello italiano che pure contiene più indizi sulla storia di questo film, che avevo visto tanti fa e che ho rivisto per curiosità, da appassionato di fantascienza, ma che forse è più un horror.
Il film, infatti, vira proprio su una dimensione orrorifica che, alla fine lo depotenzia e vanifica lo spunto interessante ossia di un vascello spaziale che materializza in chiave cinematografica il principio di relatività.
Tra i motivi di interesse, vi è senz’altro l’interpretazione di Sam Neill, davvero eccezionale nel suo contraddittorio ruolo, che si incastona in una carriera eccezionale.
Assai preziosa è anche l’interpretazione di Lawrence Fishburn, poi divenuto celebre con la trilogia di Matrix, ma che ha esordito, ragazzino, in Apocalypse Now di Francis Ford Coppola.
Per gli amanti delle curiosità, come sono io, è bello dirsi la classica frase quell’attore l’ho già visto: si tratta dell’anglosassone Sean Carl Roland Pertwee, che abbiamo tutti incontrato, molto più vecchio, nel ruolo di Alfred nella serie Gotham.
Il film si vede ma non mantiene le promesse, anzi mescolando, con ambizione che lambisce la presunzione, alcuni citazioni di film ben più importanti, tra cui 2001 Odissea nello Spazio (quando il personaggio interpretato Sam Neill entra in una serie di cunicoli verdi) o Solaris (quando vari personaggi hanno allucinazioni vedendo persone importanti del loro passato).
Non mi aveva convinto all’epoca e non mi ha convinto ancora.
Un’occasione persa.
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