Regia di James Cameron vedi scheda film
Sceneggiatura più che scafata nell'attraversare indenne i diversi cliché, accortezza fisiognomica, realizzazione epocale.
L'arroganza dei potenti è una sicura condanna a morte per il popolo: l'ego di una classe nobiliare di mentalità ottocentesca, maschilista e tracotante, convinta di poter sfruttare la tecnologia per dare sfoggio di grandiosità (il nome stesso del transatlantico era tutt'altro che casuale) e per sguazzare nell'agio anziché per offrire un futuro all'umanità, fu la stessa che si mise in salvo sulle scialuppe del Titanic dopo averne causato l'inabissamento (in barba ai "poveracci" che morirono affogati) e che condusse il mondo intero sull'orlo del precipizio con la Grande Guerra di due anni dopo. E infatti James Cameron, da genio quale è, centellina il digitale per suggerire indirettamente l'orrore che si cela dietro l'uso sconsiderato dei mezzi tecnici, proprio lui che si è sempre posto come assoluto avanguardista della grafica al computer. Da sempre ossessionato dai misteri dell'oceano (vedi The Abyss), il regista filma il tutto su una nave a grandezza naturale, ricostruita con precisione puntigliosa (persino il décor è identico all'originale), facendo leva sul mélo classista più passionale e sull'aura di buio e di morte impellente (fino alla messa in scena dell'apocalisse), blindando la tenuta spettacolare e catastrofica dell'intera ora e mezza di naufragio e inquadrando genialmente la vicenda in una cornice ambientata nel presente (con suggestive inquadrature sottomarine del vero relitto). Sceneggiatura più che scafata nell'attraversare indenne i diversi cliché, accortezza fisiognomica (il "bamboccio" Leonardo DiCaprio, la fascinosa Kate Winslet, la paciosa Kathy Bates, il malvagio Billy Zane), realizzazione epocale (sei mesi di riprese, con stress indicibile del cast): uno degli ultimi kolossal "vecchia risma" usciti da Hollywood, proteso però anche all'autorialità (dal momento che Cameron lo produsse, lo ideò, lo montò, lo scrisse e lo diresse personalmente) e vincitore di undici Oscar (su quattordici candidature). Incassi stratosferici e fama (meritata) per i due giovani protagonisti. L'emozione di alcuni momenti dell'idillica love story (lui che salva lei dal suicidio, il "volo" sulla prua, la scena del ritratto, la morte di lui accanto a lei) è immancabilmente intensa ancora oggi.
Vibrante colonna sonora di James Horner, col brano My Heart Will Go On sui titoli di coda irrobustito dalla potenza vocale di Céline Dion.
Voto: 8 — Film OTTIMO
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