Regia di James Cameron vedi scheda film
Sarà che è costituito per metà dal romantico-sentimentale e per metà dal catastrofico, non proprio i miei generi preferiti, ma non condivido il suo ingresso fra i capolavori della storia del cinema a suon di applausi collettivi ed elogi universali, quasi all'unanimità, anche da gran parte della critica.
L'immane tragedia dovrebbe essere nota bene o male a tutti. Come il fatto che qui non si sia certo in presenza di un documentario. Dunque la contaminazione del resoconto autentico col romanzato era, se non necessaria, almeno annunciata e riconosciuta. Credo comunque che gli eventi fondamentali e alcune testimonianze siano rispettati fedelmente. Inoltre il realismo degli straordinari effetti speciali e della ricostruzione drammatica della vicenda garantiscono l'imponenza del pathos che non può lasciare indifferenti e merita sicuramente ogni lode ricevuta.
Mi trovo invece d'accordo con quei pochi (forse) che contestano il "filtro" imposto sin dall'inizio, ovvero lo sviluppo della storia d'amore fra due personaggi – alla luce di ciò eletti protagonisti - come elemento portante esclusivo. Pur comprendendo l'esigenza e l'utilità di un fulcro emotivo, narrativo, cui affidare la passione pulsante del racconto, risulta per me impossibile non evidenziare la sostanziale caducità di una relazione sia esile nell'intreccio, sia ordinaria nello svolgimento, sia insoddisfacente nell'avventura. Carenza che è difetto grave per la sua importanza.
Trucco e parrucco, costumi, fotografia e scenografia sono impeccabili, su questo non ho dubbi, e approvo totalmente i riconoscimenti vinti. Insieme alla evocativa colonna sonora, che vanta in più il fascino irresistibile nelle danze delle atmosfere musicali irlandesi. Non ho constatato interpretazioni degne di specifico rilievo, come del resto sovente accade in molte moderne produzioni colossali, però il cast funziona nell'insieme e questo è quello che conta, in un film tutto sommato rimasto corale, nonostante gli sforzi contrari. Il suo pregio è lì, nella potenza del complesso e nel suo valore intrinseco della prospettiva aumentata, purtroppo lasciato inespresso. Temo si sia perso un gioiello più prezioso di un semplice pendaglio. Altrimenti sì, sarebbe allora stato giustamente da annoverare fra i migliori.
1996. Il cacciatore di tesori Brock Lovett, alla ricerca di una collana di diamanti conosciuta come "Cuore dell'Oceano", trova nel relitto del Titanic il ritratto di una passeggera. Appresa la notizia, l'anziana Rose Dawson Calvert, superstite al naufragio del 1912, si riconosce nella donna e decide di narrare il suo viaggio sullo sfortunato transatlantico britannico allora appena inaugurato, la sontuosa "nave dei sogni" dove una giovane aristocratica in prima classe finì per conoscere Jack, un pittore squattrinato in terza classe, sfidando le convenzioni sociali.
Ha la spettacolarità nel sangue. Tecnicamente all'avanguardia, riesce sempre a smuovere un circo mediatico incredibile e a conquistare una fetta impressionante di pubblico, con numeri da capogiro.
Jack Dawson. Tanti cuori di giovani pulzelle (e non solo) infranti, ma nulla più del bello di turno.
Rose DeWitt Bukater. Pare essere assai compiaciuta del ruolo, che incarna con assoluto impegno.
Caledon Nathan "Cal" Hockley. Abbastanza irritante e, a conti fatti, superfluo.
Rose Dawson Calvert. Una narratrice emotivamente enfatica e dallo sguardo intenso.
Margaret "Molly" Brown. Conserva la complicità e condivide l'umanità con lo spettatore.
Capitano Edward John Smith. Traspare la severità dettata dall'enorme responsabilità.
Buona. Naturalmente delle tracce composte da James Horner è celebre "My Heart Will Go On", in particolare quando esaltata dalla potenza vocale della magnifica Céline Dion sui titoli di coda.
La storia d'amore non molto ispirata e, di conseguenza, tutto il suo stretto contorno.
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