Regia di Robert Guediguian vedi scheda film
Marcus e Jeannette è una favola realistica, ma non troppo (scritta dal regista stesso con la collaborazione di Jean Louis Milesi) che narra una delicata storia d’amore che è poi un tenero racconto che mescola commedia e melodramma fra immigrazione e degrado, ambientato tra i poveri che abitano il quartiere popolare di Estaque a Marsiglia, una contestualizzazione “geografica” che qui è molto più di una cornice, poichè diventa l’elemento propulsore della storia, la materia indispensabile per fornire il quadro asciutto e corposo, totalmente privo di retorica - e soprattutto scevro da tentazioni di demagogia populista sempre in agguato in queste circostanze - delle “solidali emarginazioni suburbane” su cui si concentra l’affettuoso sguardo del regista.
Guédiguiam è bravissimo nel mettere in scena questo mondo di emarginati sfruttati dal lavoro e dalla vita, circoscritto principalmente dentro gli angusti spazi di un cortile popolare dove i casi dell’amore si mescolano con le discussioni politiche (il Mereghetti). Una rappresentazione “minimale” fortemente empatica, che ha fortissimi “legami” dichiarati col cinema di Pagnol e Renoir, dove l’incanto e la “magia” scaturiscono proprio dalla bravura con la quale il regista riesce ad amalgamare fra loro i vari registri narrativi, aiutato in questo dalla carismatica presenza dei suoi bravissimi attori (Ariane Ascaride e Gérard Meylan soprattutto) che entrano con innamorata aderenza dentro i i panni dei loro personaggi rendendoli così credibili e palpitanti.
Marcus è il guardano di un cementificio in disuso; Jeannette un cassiera che con il suo striminzito stipendio cerca di campare meglio che può cin i suoi due fugli (avuti da due differenti relazioni sentimentali). Si incontrano, si innamorano, ma la loro relazione rischierà di naufragare, se non fosse per il partecipe aiuto degli invadenti vicini di casa, simpatico ed azzeccato coro che fa da cornice appropriata fra liti familiari e confidenze amene.
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