Regia di Carlos Saura vedi scheda film
La caccia è il primo grande successo critico di Carlos Saura (Orso d'argento a Berlino nel 1966), appartenente al periodo più duro e proficuo del principale cineasta spagnolo di quegli anni (escluso ovviamente Bunuel, che era lontano dalla patria).
Ho al momento poca dimestichezza con la sua carriera artistica, ma questo film ha una forza imprigionata tale da renderlo un classico: ha infatti una dimensione metaforica lucida, "semplice", chiara, perfettamente impostata e sviluppata.
Sotto l'apparenza di una innocua e amichevole caccia al coniglio si celano, nella mente dei più anziani che hanno combattuto nell'atrocità della guerra civile, rancori sopiti, parole che spingono per rivelarsi, pensieri dubbiosi e inquieti, opportunismi. La battuta di caccia inizia già con minacciose e insinuanti allusioni alla soddisfazione della violenza: tutto sommato la caccia al coniglio è da vigliacchi e non diverte più di tanto, perché c'è troppo squilibrio di forze tra uomo e animale. E ad un tratto uno di loro afferma di preferire quella tra uomini. Così la caccia prende la forma di una vera e propria battaglia, talmente brutale nella secchezza e implacabilità degli spari contro i conigli, che il montaggio diventa rapido, è una serie di fucilate esso stesso e ruvido come la terra riarsa del paesaggio opprimente (una terra che ricorda molto la ferinità del bunueliano Las Hurdes).
La natura si impadronisce delle menti, il quasi "neorealismo" di Saura diventa follia, si finge di uccidere per errore (cominciando da un furetto usato per stanare le prede urlanti...), la tensione cresce, aumentano i sospetti, non si controllano più le azioni, lo scontro si fa aperto, mentre già l'importante compositore spagnolo Luis De Pablo ha preparato il campo di battaglia con la deformazione ritmica e dissonante di stilemi militareschi.
Nemmeno il giovane Enrique, che è ai primi approcci amorosi con una ragazza della zona, può dare uno spiraglio al futuro, nonostante riesca a salvarsi: Saura tronca di scatto la sua corsa disperata con un violento e fulmineo fermo immagine.
Gli animalisti si astengano.
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