Regia di Antoine Raimbault vedi scheda film
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Nora fa la cuoca in un bistrot parigino, ma viene completamente avvinta da una storia che in un certo senso, almeno indirettamente, la riguarda da vicino: un suo conoscente, la cui figlia studentessa impartisce da tempo lezioni a suo figlio adolescente, è stato accusato di essere l'omicida della propria consorte, sparita misteriosamente da casa senza lasciare molte tracce di sé.
L'uomo, particolarmente propenso ad atteggiamenti accigliati e torvi che finiscono per non deporre a suo vantaggio in campo processuale ormai avviato, viene dapprima assolto per mancanza di prove, ma poi, in appello, risulta di nuovo soccombente.
Nora, pur al di fuori di ogni esperienza in materia giuridica e processuale, si prende carico di studiare le carte del processo al punto da ritenersi certa che l'uomo sia vittima di un clamoroso errore processuale.
A quel punto cercherà di fare in modo che la difesa dell'uomo, non particolarmente brillante fino a quel momento, passi all'avvocato Dupont-Moretti che, seppur inizialmente totalmente contrario a farsi coinvolgere in quel caso mediatico ormai noto anche a livello di gossip, finirà per accettare l'incarico, trovandosi di fronte una collaboratrice improvvisata, magari spesso inopportuna ed imprudente, se non ingenua, ma di valore considerevole affinché la verità possa essere fatta finalmente valere.
Il film di Antoine Raimbault, qui impegnato nel suo valido esordio nel lungometraggio, si presenta come un efficace ed intrigante thriller processuale che lascia volentieri spazio ai due protagonisti, per dare modo alla storia di sviscerare la natura di un rapporto che nasce come professionale, ma che sfocia presto in una storia di rispetto reciproco e di fiducia che impara a instaurarsi in una collaborazione che nasce come balorda ed improbabile, ma che si traduce poi in una vera risorsa preziosa affinché la verità emerga al di sopra di ogni apparenza e falsa considerazione che i media possano aver disegnato sul destino del presunto colpevole.
Alla riuscita della valida pellicola, sorta di convincente "Doppio taglio" alla francese con meno colpi di scena e qualche dose di realismo in più, contribuiscono senza dubbio i due ottimi interpreti protagonisti: Marina Fois, ottima attrice francofona di origine italiana, che fa sempre un gran piacere ritrovare, qui donna della porta accanto che riesce ad apparire come figura femminile ordinaria, ma dotata di un appeal che riesce col tempo ad elevarla come soggetto assai attraente, non solo dal punto di vista fisico. Le fa da contraltare un Olivier Gourmet assai credibile nel ruolo del professionista serio e rispettoso delle regole, ma anche umano e soggetto a quegli sbalzi d'umore che la tensione del caso riesce a creare anche dinanzi ad un navigato professionista avvezzo ad ogni esperienza anche più complessa dal punto di vista processuale, rispetto a quella pur controversa in cui si è malauguratamente, ma anche fortunatamente, avventurato.
Nel ruolo del presunto colpevole, torvo e volutamente poco espressivo, riconosciamo il bravo attore Laurent Lucas.
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