Regia di Kwang-shik Kim vedi scheda film
FEFF 21 – UDINE: CONCORSO
“super epic war movie”
Ovvero... della superiorità del perdente.... che aguzza l'ingegno e finisce per avere la meglio, rivelandosi Davide che sconfigge Golia, o, più banalmente ed “equestremente”, il topolino che domina l'elefante.
La vicenda dell'esercito dell'Imperatore Taizong, impegnato senza nemmeno troppe preoccupazioni di sorta ad annettere a sé, nell'anno 645 d.C., la fortezza della antica città di Anzi, orgogliosamente risoluta a mantenere la propria indipendenza, spinge il dinamico capo del contingente a studiare ogni tattica possibile per indurre un esercito infinito di uomini addestrati e ben armati, ad arrendersi alla risolutezza di pochi uomini risoluti e tenaci.
In un progetto costato oltre 20 milioni di dollari (tutto sommato spesi bene, vista la maestria senza precedenti con cui sono concepite e costruite le scene di guerra, che occupano circa ¾ del film lungo oltre due ore e un quarto), si dipanano quasi unicamente scene di massa che descrivono e celebrano - con puntualità e generoso afflato ed estro di ripresa saettante consono con l'assalto al centro del contendere - i prodigi che la tecnica moderna, forte degli effetti grafici computerizzati impensabili solo pochi anni orsono, uniti ad una solida costruzione tattica meditata a fondo, e probabilmente opera di esperti e conoscitori di antiche tecniche di battaglia all'arma bianca, rende almeno a tratti, emozionante tutto il polpettone prodigioso messo a punto.
Ne scaturisce un blockbuster coreano campione di incassi che concede meraviglia a livello generale (ma, in particolare, la lunga, complessa scena della presa della fortezza col crollo-chiave del terrapieno è davvero notevole, onore al merito!), ma non fornisce altri appigli utili ad affezionarsi a personaggi o situazioni, inghiottiti entrambi dalla magnificenza della costruzione che il regista Kim Kwang-sik, già aiuto regista di Lee Chang-dong, provvede a conferire al filmone, solo formalmente perfetto ed inattaccabile, ma nella stessa formale situazione di apparente indistruttibilità dell'esercito tronfio e infinito dell'Imperatore di cui sopra.
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