Regia di David Trotti vedi scheda film
Inguardabile debutto in regia con (fuori tempo massimo) la storia che ha anticipato persino L'esorcista. Purtroppo non solo il budget impedisce di realizzare buone scene ma al regista/sceneggiatore mancano i fondamentali della cinematografia. Ovviamente si dice essere ispirato a fatti reali, girato nella casa reale. Crederci o meno che importa?
Missouri, 1949. Viene praticato un violento esorcismo, su un adolescente, da un sacerdote accompagnato dal giovane padre Halloran.
2016. Amy (Amy Holland Pennell) non segue i consigli del cugino poliziotto, Gordon che tenta di dissuaderla dall'andare a vivere -assieme al compagno Luke (Mark Holzum)- in quella casa, di proprietà della zia Margareth (moribonda in ospedale), rimasta chiusa per oltre cinquant'anni.
E anche David Trotti ci prova. A scrivere e dirigere un film. Ci prova perché tanto, oggi, tutti hanno diritto a perdere la verginità dietro una macchina da presa. Certo, di idee il giovane regista esordiente ne ha ben poche. Tentando di sfruttare il successo de L'esorcista con un titolo simile (Exorcist) su una locandina al limite del plagio, ripesca la storia che sta all'origine del celebre film di Friedkin (cifr. curiosità) senza sforzarsi di inserirla in un contesto non diciamo originale (che è impossibile dato l'argomento) ma quantomeno spettacolare. Dopo un incipit con un esorcismo più fiacco di quelli tentati -a suo tempo- dal nostro inquietante Padre Amorth (e un altro, in excipit, nello stile del fu Padre di colore -poi convolato a nozze- Milingo) Trotti perde non solo il filo del discorso, correndo dietro alla sensuale Amy Holland Pennell (sempre scollata e in mini-mini short), ma pure la ragione. Ad esempio ci propone Padre Halloran, visto praticare l'esorcismo nel 1949 (pochi anni che ha all'epoca, una ventina sono sicuri), oggi (ovvero 66 anni dopo) ancora arzillo sessantenne. Tecnicamente poi siamo al limite della catastrofe. Per oltre un'ora la telecamera si muove loffa, senza alcuno spunto creativo, ad inquadrare -in prevalenza- la bella Amy che non difetta in fatto di fascino; ma quanto a giudizio, proprio, il parametro non è pervenuto: non si può spiegare diversamente altrimenti il perché sia tanto ostinata a stare (e tornare) nella casa maledetta, oltretutto tirando fuori (come è tutta una comica) una tavoletta ouija per evocare spiriti maligni.
Tra la noia di una regia improvvisata, il fastidio di personaggi che non sembrano ragionare e una colonna sonora da santa (santissima) messa, Trotti probabilmente spera solo che gli spettatori si addormentino durante il supplizio della visione, onde evitare poi di articolare un giudizio obiettivo sul prodotto finito.
Nonostante il risultato finale -da Oscar dell'inguardabile- al pessimo gusto del regista sembra non esserci fine. "Based on a true story, filmed in the true house": ce lo ricordano sui titoli di testa due o tre volte, addirittura avvisando che la sensibilità di certi spettatori potrebbe esserne turbata. Dev'essere vera anche questa... ossia che l'hanno girato nella vera casa. Vera sì, come è vero che David Trotti in futuro vincerà un Oscar. Gli assegnano ancora i Tapiri d'oro?
Ma come può essere vero? Diavolo!!! Non è possibile!
Quanti di voi si ricordano (sempre se lo hanno saputo) che all'origine de L'esorcista ci sta una solida base, che ha fondamenta - granitiche - conficcate nella realtà? Solitamente gli horror ed i thriller hanno sbandierato sul manifesto (anche e spesso fuori luogo) "ispirato da una storia vera", "tratto da un fatto realmente accaduto"... e via discorrendo. Ma un film tenebroso e spaventoso (cronache relative alle anteprime del 1973 parlano di svenimenti e - in un caso - di suicidio) come quello di Friedkin, forse era meglio lasciarlo supporre inverosimile, frutto di fantasia e di leggende; al più verosimile, ma sul piano cattolico (quindi iconografico e simbolico: come lo sono Satana e L'Inferno).
Fatti realmente accaduti
1) Fase dell'avvicinamento:
- 15 gennaio 1949 - John Hoffman, un 14enne del Maryland, era in compagnia della nonna, ma la serata non si presentava usuale: sotto al pavimento in legno dell'abitazione, infatti, quella notte qualcosa (o qualcuno?) iniziò a "grattare" e fare strani rumori.
2) Fase della possessione:
- dura sei settimane la vicenda di John, tra effetti tipici dell'invasato e disturbi della personalità (l'eterno dilemma: Diavolo o pazzia?)
3) Fase dell'esorcismo:
- il 16 marzo del 1949, sino al mese di aprile avanzato, viene eseguito formalmente, per tramite del reverendo David Lawrence, il rito dell’esorcismo (raccontato nell'antefatto di Exorcist House of Evil), che si conclude con l'uscita (dal corpo) della personalità maligna (dissociata o demoniaca che fosse).
Il libro
The exorcist, esce come romanzo nel 1970, scritto da William Peter Blatty (in seguito l'autore dirigerà il terzo capitolo, Legion) ed è ispirato al fatto realmente avvenuto nel 1949. Oltre 13 milioni di copie vendute spingono la Warner ad acquistarne i diritti... ed il resto è storia (del cinema).
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