Regia di Antonin Baudry vedi scheda film
Thriller di produzione e di maestranze interamente francesi, fra cui figurano Mathieu Kassovitz ,Omar Sy, e Reda Kateb, oltre all'emergente Francois Civil, "Wolf Call" è l'esordio del regista Baudry e di fatto costituisce una non variante sul genere, ossia nulla che non si sia già visto, se non fosse per una genialata: un analista reclutato a bordo ( F. Civil) è in grado, grazie ad un udito addestrato e fuori dal comune, di carpire i movimenti esterni al sommergibile, leggendone i suoni attraverso quel magnifico conduttore che è l'acqua.
Da questa sua capacità nasce un "misunderstanding" che rischierà di scatenare una guerra nucleare.
Fa il suo lavoro " Wolf Call", intanto sfruttando a dovere la sempre affascinante location del sommergibile , resa egregiamente grazie ad una minuziosa ricostruzione che pecca solo quando si va in esterni ( insufficiente la computer grafica nelle scene subacquee), e poi gioca su un meccanismo genera ansia elemantare , cioè l'impossibilità di comunicare e di distinguere il vero dal falso, uno dei mali del nostro secolo.
I difetti poi ci sono, a cominciare da alcuni personaggi deboli ( il secondo in comando interpretato da Omar Sy) , ed altri solo accennati da goffi intermezzi ( Paula Beer).
Non è "Caccia a ottobre rosso" , e scopiazza pure da "Allarme Rosso" di Tony Scott, 9 tuttavia ritmo e tensione sono mediamente garantiti, almeno per tutta la seconda parte.
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