Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Una commedia simpatica su un mondo parallelo senza i Beatles, da un'idea intrigante ma dallo svolgimento prevedibile e dall'andamento tutto sommato piatto, in cui gli unici momenti di autentica emozione arrivano grazie alle celebri ed indimenticabili canzoni.
Jack Malik, inglese di origini pakistane, è un cantante di scarso successo, che, dopo l’ennesima esibizione andata semideserta, ha deciso di abbandonare il sogno di fare il musicista. Rientrando a casa in bici, viene investito da un bus prorio nel momento in cui un misterioso black out comporta l’inspiegabile scomparsa retroattiva dei Beatles e di altri fenomeni della cultura pop (gli Oasis, il che come dice Jack ha un senso, la Coca Cola, Harry Potter ecc.), la cui esistenza viene cancellata dal mondo fisico e virtuale e dalle menti degli umani, ad eccezione di Malik che al momento si trovava lanciato in aria dall’urto col veicolo. Quando si rende conto sbalordito dell’incredibile evento e dell’unicità dei suoi ricordi, come può il giovane artista resistere alla tentazione di lanciare la sua carriera spacciando per proprie le composizioni del quartetto di Liverpool?
L’idea di base è intrigante, anche se non viene mai spiegato nemmeno vagamente in cosa possa consistere questo bizzarro evento misterioso che fa sparire certe cose dalla realtà presente e passata (all’inizio pensavo che fosse un caso di amnesia collettiva e infatti mi chiedevo “ma la gente non si accorgerà di avere i dischi dei Beatles a casa?”, poi invece si capisce che il misterioso black out ha cancellato l’esistenza stessa del gruppo anche nel passato, per cui si è entrati in una realtà parallela in cui la band non si è mai formata e di conseguenza i dischi non sono mai stati incisi, come si evince anche dall’incontro con un anziano John Lennon). La realizzazione però devo dire che è sotto gli standard del regista Danny Boyle, risolvendosi in una commedia simpatica, ma prevedibile, dall’andamento tutto sommato piatto, in cui gli unici momenti di autentica emozione arrivano grazie alle celebri canzoni. La storia d’amore con l’amica storica e manager dei tempi magri non fa battere il cuore, l’impatto traumatico dell’ingenuo esordiente con un’industria discografica avida e senza scrupoli è un qualcosa di già visto che non strappa più di un sorrisino e l’eccesivo spazio concesso alla popstar Ed Sheeran nel ruolo di se stesso (un veloce cameo bastava ed avanzava) non aiuta ad alzare il livello.
Alla fine il maggior merito di Yesterday sta nel farci riflettere, qualora qualcuno se lo fosse dimenticato, su quanto le splendide canzoni dei Beatles siano parte integrante ed insostituibile della nostra cultura contemporanea e, immaginando un mondo che ne è privo, farci rendere conto di quale patrimonio inestimabile rappresentino.
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