Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Geniale: non c'è una parola migliore per definire questo film. In un'epoca in cui i biopic spopolano e si può scommettere su quale sarà il prossimo artista a cui verrà dedicato un film (magari rispolvereranno Ray?), Danny Boyle si inventa una storia in cui protagonista è l'eredità musicale di una band che viene cancellata dalla storia a causa di un blackout che resetta parzialmente il mondo. Troppa la stima e l'ossequio per la band più famosa del mondo, tanto da non poterne affrontare un biopic perché per definizione sarebbe sempre inadatto e portare quel rispetto fino ai titoli di coda dove l'attore che interpreta John Lennon non viene accreditato per rispetto nei confronti dell'Artista.
Così il gioco nelle mani di chiunque diventerebbe: "Come sarebbe il mondo se non ci fossero mai stati i Beatles?", ma la sceneggiatura va oltre a questa banalità e propone allo spettatore qualcosa di più godibile, un racconto in cui si richiede di salvare qualcosa che non è accettabile non sia mai stato conosciuto dal mondo.
Così Jack Malik, uno sfortunato cantante dalla vocazione artistica molto forte,ma con scarse qualità creative, unico a ricordarsi dei Beatles, si trova tra le mani la fortuna e il dovere di sfruttare questo vuoto e di ridonare alla gente i pezzi indimenticabili di John Paul George Ringo, sfruttando la prolifica e geniale produzione della più importante band musicale della storia del XX secolo. Il che ovviamente lo porterà ad avere un successo senza precedenti anche al giorno d'oggi nel giro di pochissimo tempo.
Ma come spese accade nei film di Boyle, il successo non porta alla realizzazione dei protagonisti, ma li porta alla presa di coscienza che c'è più dignità e sostanza nel cantare insegnando a dei bambini che saranno il futuro migliore del mondo anziché accaparrarsi una fama effimera e solitaria, frustrata e immeritata.
Il film regala sketch divertentissimi, come la prima esecuzione in famiglia di Let it be, la perdita di alcuni simboli della cultura di massa di sempre, dagli Oasis alle sigarette, dalla Coca Cola a Harry Potter e l'associazione che Google fa di questi nomi se non fossero mai esistiti; ma non mancano momenti emozionanti, oltre a citare ovviamente il finale, ho molto amato l'esecuzione di The long and winding road e l'esecuzione di All you need is love, che rimane sempre attuale anche in un mondo in cui i Beatles non possono averlo detto prima.
Che dire: guardatelo, non mancherà di farvi interrogare sulla storia della musica leggera, sul valore della musica in assoluto, sulla fama e la realizzazione dell'essere umano oltre a farvi sicuramente sbellicare dalle risate.
Tra l'altro l'imprevedibilità del film mi ha portato a fare qualche indagine su internet. Perché la Coca Cola e i Beatles dovrebbero essere collegati e l'assenza degli uni nella storia ha portato all'assenza dell'altra? Beh, è divertente, perché questa speculazione mentale mi ha portato a scoprire questo articolo preso dagli archivi della coca cola: l'aggregazione che le rock band hanno portato negli anni sessanta hanno agevolato l'elezione della Coca Cola a bibita di massa dei giovani. Il famoso Casbah Coffee Club dove i Beatles mossero i primi passi ricevette nell'anno di esordio della band un riconoscimento dalla Coca Cola stessa per avere venduto il maggior numero di Coca Cola in Gran Bretagna. E trovare questo articolo mi ha indotto a nutrire qualche dubbio in più su quale fosse il collegamento della band con gli Oasis (che ricordarono i Beatles al loro esordio), con le sigarette e con Harry Potter (mi sono inventato: forse la Rowling cantava a suo figlio Yellow Submarine per farlo addormentare quando ebbe l'intuizione di scrivere il primo libro?).
In realtà una risposta la si può trovare ufficialmente in questo articolo, anche se in questo post ci viene spiegato come la rocambolesca storia dei Beatles e l'avventurosa maturità di Harry Potter abbiano percorso strade molto simili.
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