Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Come sarebbe stato il mondo senza i Beatles? Un giovane cantante inglese con poco successo e poco talento si risveglia dopo un incidente e scopre che tutto il lavoro degli Scarafaggi è stato cancellato dalla faccia della Terra. Coglie la palla al balzo e propone il repertorio come suo. Ne nasceranno vari equivoci e alla fine l'amore trionferà.
Bella la domanda, quella alla base di "Yesterday" e la risposta che ognuno di noi, ovviamente, darebbe è che sarebbe stato un mondo diverso, e non solo musicalmente. L'impatto culturale, sociale e sociologico, mediatico politico dei quattro ragazzi di Liverpool fu qualcosa di sconvolgente, veicolato da un periodo storico di rottura ed evoluzione. Senza dilungarsi troppo, pensiamo soltanto alla moda. Prima con uno stile pulito e da bravi ragazzi (abito scuri abbottonati, acconciaturea caschetto ben pettinati, stivaletti in pelle), poi con l'avvento della stravaganza, del flower power, dei piedi nudi, dei capelli lunghi e della barba, milioni di giovani li imitarono, e ancora li guardano nei filmati sgranati come riferimento cool. Con i Beatles si consolidò il concetto di isteria e "mania" con folle di fans per le strade riprese dalle telecamere e rilanciate dai media fomentando il fenomeno (penso ad Amsterdam, 1964). E la Swinging London? E l'aumento delle tirature dei giornali di musica, l'impennata di profitti dell'industria discografica? Il concetto di "mondo giovanile" contrapposto a quello adulto? Come target commerciale, naturalmente. Ma anche come serbatoio di idee, di opinioni, di una volontà di affermazione contro il conformismo e l'allineamento? Le copertine divenute forma d'arte, perché l'arte diventa pop, ed il pop è già arte? Aggiungiamo l'uso delle droghe quasi esibito e le prese di posizione a favore della loro depenalizzazione. Gli espliciti riferimenti al sesso (lo ammetto, le mie due canzoni preferite: "Helter Skelter" e "Something"), e il grido a favore dell'amore, contro le guerre (Vietnam), contro le discriminazioni, per i diritti civili, l'emancipazione della donna, il racconto senza remore della solitudine, della depressione, e persino la ricerca del divino, attraverso il misticismo orientale, fra le pieghe della psicadelia, e pure nella tradizione cristiana (sia cattolica che anglicana). Il successo planetario, la qualità, il parziale allontanamento dal rock classico e l'incontro con il blues con il folk, l'uso di strumenti allora appartenenti a culture lontane e con essi le sonorità e le sequenze armoniche, l'abbandono del concetto di "genere", le prime registrazioni elettroniche, l'anticipo dell' heavy metal e si potrebbe andare avanti e avanti e vanti. solo pezzi della imprescindibilità degli Scarafaggi nello sviluppo della musica. Della musica e nella musica, non solo "leggera".
E dunque, Danny Boyle ci pone davanti ad quesito immaginifico, non richiede il parere dello spettatore ma butta lì la sua risposta che è: senza Oasis, con un John Lennon filosofo da strapazzo arrivato alla vecchiaia ed arrangiamenti terrificanti. Ma dove stia tutto il resto? non è dato sapersi: forse troppo complicato soffermarsi, forse il target era ed è una superficiale commediola per boomer in cerca di romanticismo.
"Yesterday" è un film sconclusionato, non fantasioso, perchè anche nell'improbabile vanno seguite delle regole e qui di regole proprio non ce ne sono: se la prima parte è leggera e spassosa, più passano i minuti e più cresce una certa irritazione che sfocia nella delusione più totale.
Va bene non dare spiegazioni del perché i Beatles siano stati cancellati dalla storia (sospensione dell'incredulitò) ma perché quando il protagonista viene investito? Chi è lui per influenzare il corso degli eventi? Va bene non dare spiegazioni del perché pure la Coca Cola sia sparita - e perchè la Pepsi o non la Red Bull, perchè non tutte, e su quale base alcune sì ed altre no? e persino Harry Potter! Ma com'è che un anziano signore e la sua presunta moglie, loro due soltanto, invece i Beatles li hanno conosciuti? Com'è che il pubblico accetta senza dubbi e/o remore la confessione di una superstar per cui degli sconosciuti-vivi? morti? mai esistiti?- siano gli autori di canzoni fantastiche? E pure l'amica del protagonista si beva questa cosa assurda, se, appunto, John Paul George e Ringo non sono che nomi? Com'è che in un universo competitivo ed egoista, il buon Ed Sheeran aiuta un genio che oscura la sua stella, per altro non ricavandocene neppure un soldi (come produttore); e se la manager americana è avida ed ignorante, come tutti i manager d'altronde, il rosso inglese è talmente angelico da non scopiazzare e/o rubacchiare qualcosa del nuovo astro britannico? Manco il buon samaritano resisterebbe! Ecco, solo qualche misero appunto sulle incongruenze disseminate ovunque nel film.
Riassumendo: la sceneggiatura fa acqua ovunque ed è a mio avviso ingiudicabile. Lo stesso per la regia il cui tocco non riesco a vedere. Boyle è un cognome abbastanza comune e quindi, non è che un sosia si sia sostituito a colui il quale ha diretto "Trainspotting" e "The millionaire" (i cui Oscar sono esagerati, ma insomma, è pure un buon film)?
Il protagonista Jack Malik è interpretato da un buffo Himesh Patel che per fortuna è in palla! Lily James Cenerentola è molto graziosa ma qui l'hanno travestita da Keira Knightley e lei ci mette ammiccamenti e gesti mancando però i toni amari.
Ed Sheeran recita sul serio da cani sé stesso - che poi non dovrebbe essere difficile. Il mio sospetto è che, per partecipare, abbia preteso uno script che lo mettesse in buona luce, alla faccia delle necessità cinematografiche. Voilà, il disastro.
Come già accennato, gli arrangiamenti proposti sono a tratti banali (quelli con voce e chitarra per esempio) altri imbarazzanti, altri terrificanti (anche se volutamente, è tragico sentire ululare da un tetto)
Costato circa 27 milioni di dollari (la maggior parte dei quali, dicono, per pagare i diritti sulle canzoni) "Yesterday" è stato comunque un buon successo al botteghino incassando 154 milioni di dollari complessivi. Difficile non farlo, con i Beatles. Io stessa volevo andare al cinema per vederlo e con buona pace del gestore delle sale cittadine, ammetto, per fortuna non l'ho fatto!
Due stelle per Liverpool senza cantare "You'll never walk alone". Nulla più.
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