Regia di Vittorio Cottafavi vedi scheda film
Una donna confessa al marito di essere stata insidiata da un altro uomo; il marito va su tutte le furie e minaccia severamente l’estraneo, senza mai decidersi a passare all’azione.
La paura delle botte è il monologo di un codardo patentato, un ometto rancoroso e tracotante solamente a parole, incapace in realtà di passare ai fatti a causa di un’indomabile vigliaccheria da lui stesso negata in ogni modo, ma dalla moglie perfino sbandierata. Un personaggio comico, ma umano, profondamente vero: serviva un interprete del calibro di Renato Rascel per infondere la giusta dimensione al protagonista senza trascendere nel patetico o nello sguaiato; e la sua giusta partner sulla scena è Valeria Valeri, che regge il gioco da consumata spalla lasciando Rascel a tener banco da vero mattatore. Decisamente godibile, per quanto lontana dagli odierni standard televisivi (il che non è necessariamente un male, si capisce), questa trasposizione firmata da Vittorio Cottafavi di un atto unico di Georges Courteline risalente al 1895, nella traduzione qui operata da Manlio Vergo. Appena 28 minuti di durata, in bianco e nero come ai tempi ancora usava sulla televisione nazionale. 6/10.
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