Regia di Edward F. Cline, Buster Keaton vedi scheda film
Keaton era noto per la sua abilità nell'incorporare l'ambiente fisico nei suoi film in modi innovativi e spesso sorprendenti. La sua capacità di manipolare lo spazio e l'ambiente dimostra il genio comico al servizio di una straordinaria immaginazione e creatività. Le abitazioni nei film di Buster Keaton non erano semplici sfondi, ma spesso facevano parte integrante delle storie, diventando essi stessi fonte di comicità. Attraverso l'uso sapiente di scenografie e set, Keaton trasformava gli spazi domestici in luoghi sorprendenti, dove ogni angolo poteva nascondere un'inattesa gag visiva o un momento di tensione comica. La casa americana tipica, rappresentata in "The Electric House", è un simbolo dell'aspirazione al benessere e al comfort nell'America del primo Novecento. Nel film la rappresentazione della casa viene distorta. Trasformata in un labirinto di gadget e dispositivi elettrici che creano caos e confusione, invece di essere un rifugio di tranquillità, diventa il palcoscenico di situazioni imprevedibili a causa delle invenzioni disfunzionali e del disordine causato da un vendicativo ingegnere. La casa diventa un simbolo della tensione tra tradizione e progresso, tra il desiderio di comfort e le complicazioni che possono derivare dall'eccessiva tecnologizzazione della vita quotidiana. Buster Keaton dimostrava una consapevolezza sorprendente dei rischi legati alla tecnologia anche in un'epoca in cui quest'ultima stava appena iniziando a permeare la vita quotidiana. La sua visione anticipatrice evidenzia una preoccupazione per il potenziale impatto negativo che la tecnologia potrebbe avere sull'individuo e sulla società nel suo complesso.
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