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Un viaggio indimenticabile

Regia di Til Schweiger vedi scheda film

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La recensione su Un viaggio indimenticabile

di Furetto60
5 stelle

Ennesimo film sul tema della "demenza senile" in chiave farsesca. Lusinghiero negli intenti, di fatto non diverte e non commuove.

L’ultrasettantenne ex veterinario Amadeus, alias Nick Nolte, dopo la morte dell’amata moglie, inizia a manifestare inequivocabili e inquietanti segnali di demenza senile, già  durante  l’elogio funebre, sono imbarazzanti le sue lodi rivolte alle poppe della consorte. Dopo qualche settimana il figlio lo ritrova nella sua casa, trasformata in una discarica, sporco trasandato  e completamente disorientato, non più in grado di badare a se stesso, cosi, Amadeus anche se a malincuore è costretto ad accettare l’invito del figlio Nick, alias  Matt Dillon, che abita con la moglie Sarah e la loro vivace figlioletta di 10 anni, Tilda, alle porte di Londra, in una lussuosa casa.  Amadeus che già di suo è problematico, trova un clima familiare piuttosto teso a causa dei tradimenti che il figlio e la nuora si sono “scambiati”, tra recriminazioni e accuse, peraltro oberati dai rispettivi impegni lavorativi, non dedicano molto tempo alla famiglia. Amadeus alla deriva, preda del morbo di Alzhimer, che gli viene formalmente diagnosticato da un neurologo,in surreale incontro, trova comprensione nella figura di Tilda, la sua affettuosa nipotina di dieci anni, interpretata dall'esordiente Sophia Lane Nolte, con la quale instaura un rapporto di solidale complicità grazie alla sua pazienza e al suo affetto. Mentre la crescente sbadataggine, conduce Amadeus ad inanellare una serie di disastri , ne fa di tutti i colori nel tempo della sua permanenza in casa del figlio e della di lui costantemente sull’orlo di una crisi di nervi consorte,l’attrice Emily Mortimer: orina nel frigo, rasa le siepi, fa esplodere fuochi d’artificio in pieno giorno durante una festa organizzata dalla nuora, fucila gli invitati, brucia torte dando fuoco alla cucina, si spalma l’aioli in faccia come fosse crema idratante, al ristorante.

Tilda nutre profondo affetto verso il nonno e quando lui esprime il desiderio di rivisitare i luoghi dei suoi ricordi più belli, prende una decisione coraggiosa. Fugge di casa e lo conduce a Venezia, città del suo viaggio di nozze.Il viaggio sarà rocambolesco e pieno di improbabili peripezie,ma alla fine la casa di riposo diventerà l'unica soluzione percorribile, ma nel frattempo la famiglia si è ricompattata.

Il melodramma causato da malattia degenerativa che irrompe in famiglia, è un fertile sottogenere cinematografico in grado di suscitare facile empatia, forte della sua sostanziale valenza catartica. L’obiettivo di questo tipo di film è dichiarato: ricordarci la nostra vulnerabilità e l’inevitabile spauracchio della mortalità, al fine di esortarci a utilizzare al meglio il tempo che ci rimane. Dopo la Julie Christie di  Lontano da lei  e la straordinaria Julianne Moore di Still Alice e il nostrano “Una sconfinata giovinezza” ecco questo film,  che per quanto lastricato da buoni sentimenti, opta per una discutibile lettura “umoristica”, affidando al suo divo internazionale numerose scenette slapstick e altrettante battutacce tra il politicamente scorretto e lo “spirito di patata” per ben due volte la regia si sofferma sulla distruzione di un’automobile di lusso, causata da manovre sciagurate suggerite da Amadeus,  condita da battutaccia scontata del vecchietto ai danni del responsabile dei traslochi, affetto da nanismo.

Certo, affrontare con humour un evento devastante e drammatico quale è quello di un familiare colpito dall’Alzheimer, non è cosa facile e forse è anche un esercizio inutile e comunque abbisogna di fantasia e delicatezza di cui il film difetta, facendo oltretutto torto ai suoi illustri interpreti, che anche se bravi vengono schiacciati da una farsa drammatica stonata, fuori luogo e sopra le righe. La malattia raccontata in chiave favolistica è poco credibile, soprattutto quanto scivola in gag di dubbio gusto

Dunque la storia in sé è assolutamente implausibile, in più non è corroborata da una sceneggiatura adeguata, perfino la musica risulta invadente, melensa e scollata dalle immagini. Peccato

 

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