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So dove vado

Regia di Michael Powell, Emeric Pressburger vedi scheda film

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La recensione su So dove vado

di luisasalvi
6 stelle

Frainteso totalmente da Mereghetti: la predestinazione non c'entra: è semmai postdestinazione della battuta conclusiva del film, ultima frase della "maledizione" (lo sarà davvero?) del castello, che condanna un signore del luogo che vi entri a uscirne solo incatenato per la vita ad una donna; la volitiva Joan vuole a tutti i costi arrivare subito all'isola di Killoran per sposare il fidanzato, non per capriccio ma perché si sta innamorando del bel soldatino in licenza (nobile, e signore dell'isola di cui il fidanzato si era millantato proprietario). Da tener presente che siamo agli ultimi sforzi bellici e che il "predestinato" è un ufficiale in breve licenza: tocco patriottico da aggiungere alla ovvia morale, adatta al tono da favola e alleggerita dalla consueta ironia, che il denaro serve ma non basta e che, se è giusto che un giovanotto debba guadagnare il prezzo di metà barca prima di sposare la figlia di un pescatore, non è giusto che una ragazza sposi per denaro un vecchio industriale, mentre ci sono tanti giovani ufficiali in breve licenza, pronti all'amore. Altrettanto facile, ma buono per l'occasione di fraternità nazionale o matrimoniale di fronte al nemico, il ricorso al folklore scozzese gaelico, con musiche e danze e leggende accattivanti. Insomma, un altro film minore, che in mano ad altri registi sarebbe stato una anonima banalità, con questi riesce gradevole. Belle le foto del mare in tempesta, ma abbastanza inverosimili da adattarsi al tono di favola del film; così volutamente ingenuo da riuscire gustoso il nascere di un amore non detto e da parte di lei "evitato"… fino a quando torna con i tre suonatori che eseguono la canzone richiesta da Killoran, che funge da serenata e dichiarazione d'amore da parte di lei sotto le mura del castello in cui lui per la prima volta è salito, mentre la voce fuori campo della tata ripete la leggenda che gli aveva raccontato da bambino. Tutte cose ovvie, ma talmente accumulate da riuscire gradevoli; così come il garbato inizio sulla crescita della volitiva ragazza e poi sui suoi sogni matrimoniali "con le industrie chimiche"…

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