Regia di Lisa Azuelos vedi scheda film
Riflessione sulla crisi di mezza età, quando i figli vanno via. Non male
La storia di Héloise madre divorziata di tre figli grandi: Lola, Théo e Jade, la preferita, che a 17 anni sta per affrontare l'esame di maturità. Dopo il liceo Jade vuole trasferirsi in Canada per frequentare una prestigiosa università. Heloise per questo motivo, va in crisi, malgrado sia una donna realizzata, gestisce un ristorante alla moda a Parigi e ha un gruppetto di amiche affettuose e inoltre nel corso degli anni, dopo la separazione, ha avuto svariate relazioni. Per una ragazza arrivata all’ultimo anno delle superiori, la scelta di studiare in una università all’estero, vuol dire compiere un atto di emancipazione importante, ma per una madre, per giunta "single" e che ha ormai solo quella figlia ancora in casa, significa perdere una preziosa compagnia e soprattutto una ragione di vita e tristemente consapevolizzare di essere diventate vecchie e inutili, quando ormai i figli sono del tutto autosufficienti.Questa sensazione di di disorientamento avvertita spesso dai genitori, corrisponde, in realtà, a un riconosciuto disagio patologico delle famiglie over 40, chiamato nel gergo scientifico “la sindrome del nido vuoto” Secondo la medicina, questo passaggio esistenziale , corrisponde ad uno stato psicologico depressivo, che può colpire i genitori nel momento in cui i figli, sia perchè si sposano o perchè vanno a studiare o a lavorare fuori,lasciano l'abitazione della famiglia d'origine. I genitori cosi si trovano costretti a dover affrontare un senso di angosciosa solitudine, provocato da un ambiente profondamente trasformato dall'assenza della prole, divenuto "vuoto". E le madri, per una serie di motivi, ne sarebbero colpite più frequentemente, sia per fattori sociali, per le donne che non lavorano e si realizzano solo attraverso l’accudimento dei figli, che biologiche dovute agli scompensi ormonali della menopausa, oppure come nel caso di Héloise, per l’aggiungersi di altri fattori di stress, come la cura dei genitori anziani, che ricade quasi sempre sulle donne, In Selfie di famiglia, è proprio la figlia, della regista Thaïs Alessandrin, a interpretare se stessa, con Sandrine Kiberlain nei panni della madre, in un film molto autobiografico, che trae ispirazione proprio dalla reale dinamica famigliare di casa Azuelos. La situazione è così critica per la nostra eroica protagonista, da dare la stura a melanconici ricordi legati ai figli quando erano ancora piccoli, pronti ad abbracciarsi sul lettone e a affrontare diligentemente qualche sortita erotica della madre ritornata “single”. Attraverso vari flashback rivediamo episodi della loro infanzia, quando bambini venivano teneramente allevati da questa mamma chioccia e apprezziamo questa storia tutto sommato semplice ma corroborata da una sceneggiatura sincera, brillante e autoironica, che riesce a conquistare e perfino a commuovere. Il ritratto di una famiglia sempre pronta all’abbraccio, con un contatto fisico salutare e costante, Azuelos, riesce a rendere di tutti, la sua storia personale, segnata dal passaggio implacabile del tempo, dalla nostalgia, in quel momento in cui iniziano a invertirsi i ruoli e sono i figli a iniziare a proteggere emotivamente i genitori. Film "francese"nell'accezione più nobile del termine.
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