Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Tess Durbeyfield (Nastassja Kinski) è una ragazza di campagna semplice e sensibile. Il padre John (John Collin) viene accidentalmente a sapere di essere il discendente della nobile famiglia dei D'Urbervilles. Saputa dell'esistenza di una ricca famiglia appartenente al loro stesso casato, i genitori di Tess decidono di mandarla a presentersi come loro parenti con la speranza di ricevere qualche vantaggio. In effetti Tess riesce a inserirsi come lavorante in quella che scopre essere una famiglia che dei D'Urbervilles ha solo comprato il titolo. Qui viene irretita dalle ambigue lusinghe di Alec Stoke "D'Urbervilles" (Leigh Lawson) finendo per ritrovarsi senza più lavoro e con un figlio illeggittimo che gli muore prematuramente. Questo evento segnerà per sempre la sua esistenza e non basterà il grande amore che sboccerà tra lei e il giovane Angel Clare (Peter Firth) per vincere la maledizione che non cesserà di tormentarla.
Tratto dal romanzo "Tess of the D'Urbervilles" di Thomas Hardy, di cui il film è una lunga e fedele trasposizione cinematografica, Roman Polanski trae ispirazione per fornirci un elegante ritratto d'ambiente dell'Inghilterra di fine ottocento (premiato con tre premi Oscar, fotografia, scenografia e costumi). Siamo nella campagna del Dorset, immersi in una natura rigogliosa di bellezza e fatica, tra gente detita al massacrante lavoro della terra ed altra più propensa a speculare sul loro spirito di sopravvivenza, in un tempo percorso dall'orgogliosa imbecillità maschile e da un integralismo religioso che fa da sfondo al dramma sociale della povertà. Tess è una ragazza con una personalità spiccata, abbastanza forte da volersi ritagliare spazi di autonomia ma non troppo da sfuggire alla sua sottomessa condizione di donna. Indotta dalla famiglia a rincorrere le tracce di un'inaspettata fortuna, si ritrova a custodire una colpa senza che si sia mai spostata di un solo millimetro da quel ruolo di vittima predestinata che un destino avverso sembra avergli cucito con tanta cura addosso. Tess ha quella predisposizione al martirio tipica di chi all'arbitraria umoralità dei più forti non può che opporre un rassegnato spirito di sopportazione. Ha la bellezza della donna che si apre alle lusinghe del mondo ma anche quella pura ingenuità che la conduce a gustarne solo i frutti amari. Sembra un'esistenza fatalmente determinata la sua, come quella di Alec e Angel, e di tutti gli altri soggetti di questa storia, ognuno con una propria ragion d'essere e ognuno inconsapevolmente partecipe del teatro tragico della vita. E' proprio questo il grande merito di Roman Polanski, quello di aver saputo rendere molto bene il rapporto simbiotico tra l'uomo e l'ambiente che vive, il fatto che la natura, coi suoi ritmi e suoi mutevoli scenari, determina il corso delle esistenze umane più di quanto l'uomo stesso riesca a sospettare. Oltre naturalmente ad averci restituito in tutta la complessità psicologica voluta dal grande poeta e scrittore inglese un bellisimo ritratto di donna. Bellissima la fotografia (di Geoffrey Unsworth), inappuntabile la ricostruzione d'epoca e decisamente buona l'interpretazione della "dolce" Nastassja Kinski. Quando una trasposizione letteraria è ben fatta perchè curata in tutti i particolari senza che se ne disperda in corso d'opera il fondamentale spirito originario.
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