Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Seguito dell'A spasso nel tempo dell'anno precedente, questo L'avventura continua non fa che ribadire i concetti del primo capitolo: oscenità e greve demenzialità. Quasi apprezzabile il finale a cartoni animati (ma si tratta davvero di una manciata di secondi, non sia mai che si sprechino dei soldi qua), tutto il resto è a dir poco vomitevole: il tracollo definitivo lo si ha con De Sica jr. che imita De Sica sr. nelle vicende di Pane, amore e... Non solo Christian farebbe bene, piuttosto, a cambiare cognome, ma la storiella che interpreta ha un sottofondo di sessualità belluina (come se il maresciallo Carotenuto si fosse messo a contrattare una sveltina con la bersagliera, insomma) che ben si sintetizza nella disdicevole battuta finale, con cui Christian-Vittorio apostrofa un Boldi che scimmiotta va(g/n)amente Totò (!): "Te la sì presa dint' 'o culo". Un altro abissale momento del film è invece lo scambio di battute con due 'madonne fiorentine' nel Rinascimento: "A noi il rogo ci fa un seghino!", si fa spavaldo Boldi; "C'avete sempre voglia di scherzare", replica una madonna. E qui, magistrale, interviene De Sica: "Ma anche di trombare, cara!", cominciando bellamente a palpare qua e là. I Vanzina procedono spediti e a testa bassa nella loro minuziosa devastazione della commedia italiana: ormai è troppo tardi per fermarli. A meno che non si realizzi davvero una macchina del tempo.
Due italioti medi, per un errore di una macchina del tempo giocattolo, ma in realtà funzionante, si trovano a viaggiare nei secoli: dalla preistoria ai giorni nostri.
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