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Tre uomini e una gamba

Regia di Aldo, Giovanni e Giacomo, Massimo Venier vedi scheda film

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La recensione su Tre uomini e una gamba

di mm40
6 stelle

Il finale, intelligente e decisamente anticonformista per la commedia italiana di questi (tristissimi) anni, riscatta l'intero film, piuttosto insulso e piatto. Tre uomini e una gamba è l'esordio cinematografico del trio comico televisivo Aldo, Giovanni e Giacomo e riporta per l'ennesima volta lo stesso materiale delle vecchie scenette, riveduto, corretto ed ampliato, sul grande schermo; oltrettutto la storia non brilla certo per originalità e la concatenazione meccanica e pretestuosa delle scenette (addirittura per ben tre volte vengono inserite a forza delle gag assolutamente avulse dal contesto: quella iniziale dei gangster, quella del biglietto del bus e quella di Dracula siciliano) dà l'idea della maniera sbrigativa in cui si è voluto confezionare un prodotto commerciale, destinato a cavalcare l'onda lunga del successo televisivo del gruppo. Del resto va rilevato che la Massironi è all'altezza dei tre (e non è poco), c'è poi Croccolo che fa una comparsata (è il cavalier Cecconi) e la colonna sonora cita brani italiani di quegli anni (Negrita e Capossela): se non si può parlare di un brutto film, altrettanto non si può chiedere molto ad un lavoruccio allestito in fretta ed altrettanto in fretta girato e mandato ad incassare nei cinema. Di buono c'è comunque l'umorismo talvolta sottile, più spesso iperreale ai limiti del grottesco, che Aldo, Giovanni e Giacomo sanno proporre e sfruttare come pochi in Italia in questi anni. 6/10.

Sulla trama

Due amici, sposati con due sorelle, accompagnano un terzo amico da Milano alla Puglia per il suo matrimonio con la terza figlia del cavalier Cecconi, peraltro datore di lavoro di tutti e tre. Durante il viaggio trasportano una scultura a forma di gamba, di proprietà del Cecconi; fra soste volute o meno, un incidente, una colica renale, una partita di calcio improvvisata in spiaggia, i tre arrivano a destinazione consci di poter sperare in un futuro migliore e abbandonano la gamba davanti al cancello di villa Cecconi, per andarsene.

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