Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Un ragazzino disoccupato trova lavoro come insegnante di inglese presso una coetanea, figlia di due ricconi. Sentendo dire che il fratellino della sua allieva vorrebbe un’insegnante d’arte, il ragazzino fa in modo che i genitori assumano anche sua sorella maggiore, spacciandola per un’importante terapista. A quel punto sarà un gioco da ragazzi sostituire l’autista di casa con il padre e la governante con la madre, sempre sotto mentite spoglie.
Per un’ora e mezza Parasite è uno di quei film capace di catturare lo spettatore con ritmo e tensione mozzafiato, pur trattandosi a tutti gli effetti di una ‘semplice’ commedia; una commedia dai risvolti sociali, economici, politici che non di meno ricorda da vicino certi lavori italiani di scuola Risi o Scola, tanto per scomodare un paio di nomi illustri: la famiglia di protagonisti di Parasite non è particolarmente brutta, ma sporca e cattiva sì, e in grado di architettare castelli di menzogne alla pari di un personaggio di Gassman o di Sordi. Un’ora e mezza così: grandiosa, con alcuni momenti esilaranti e un sottotesto evidentemente critico nella sceneggiatura che il regista Joon-ho Bong ha scritto insieme a Han Jin Won. Poi il tracollo: nei tre quarti d’ora lunghissimi che rimangono fino alla conclusione emergono prepotenti le radici asiatiche del lavoro, fra squartamenti splatter del tutto privi di senso e torture efferate quanto superflue, mostri che vivono nei sotterranei e senso dell’onore profuso a manciate. Peccato, non c’è altro da aggiungere, perché Parasite poteva essere un’opera realmente gustosa e la Palma d’oro a Cannes dimostra la riconosciuta accettabilità del lavoro; eppure l’amaro in bocca al termine della visione rimane e la sensazione di occasione sprecata è incancellabile. Fra gli attori spiccano senza dubbio Seo-joon Park, Yeo-jeong Yo e So-dam Park. 6/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta