Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Tragedia e ironia che colpiscono nel segno
Un film che apparentemente racconta una storia semplicissima sullo “scontro” fra poveri e ricchi. In verità l’opera del regista Bong Joon-ho nasconde negli anfratti della storia una complessità mastodontica e le domande (molte senza risposte) che genera sono infinite. L’inizio è cinicamente ironico, la famiglia poverissima che vive nella misera totale non sembra mai perdere il sorriso, ci si accontenta del nulla, ci si fa forza l’un con l’altro, mentre la famiglia straricca sembra in preda ad una follia esistenziale dove l’agio è solo il substrato di mille altri problemi, si respira un’infelicità di fondo. Quando in un (forse banale quanto improbabile) gioco di incastri la famiglia povera si trasferisce (con l’inganno) presso la famiglia ricca per svolgere lavori domestici ci crea un tuttuno melenso che non funziona, l’unica contaminazione è quella (in un geniale riferimento simbolico) del cattivo odore della famiglia povera. Senza rilevarne gli intrighi, qui la commedia cede il passo alla tragedia, dove però prevale lo splatter più che la violenza. Bong Joon-ho è un regista tanto abile quanto furbo, lasciandoci sempre in dubbio sulle sue reali intenzioni che ci collocano a metà strada fra la denuncia e il divertissmant. Resta però un punto su cui non si può non essere d’accordo, che il divario sempre maggiore fra disgraziati (che anche al loro interno si contendono il ruolo del più disgraziato in un serie di sequenze memorabili) e privilegiati non è un gioco a somma zero, tutti ne perdono ed è forse questo il senso del film.
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