Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Joon-ho Bong è un grande regista, uno dei maestri del cinema orientale. E' capace di passare dalla fantascienza fantasmagorica (e bellissima) di "Snowpiercer", 2013, a questo magnifico "Parasite", cinema classico, molto europeo. Il film è ambientato nella sua Corea Del Sud e contrappone i bassifondi di Seul agli agiati quartieri ricchi, e lo fa attraverso una famiglia che vive in un sottoscala, genitori e due figli, in perenne difficoltà economica che per una svolta del destino si ritrovano, diabolicamente, a entrare nella vita di un'altra famiglia, alto borghese, sostituendosi alla servitù, con stratagemmi geniali. Da qui, proprio come farebbe un parassita, ne sugge i segreti, le emozioni, le ipocrisie e in una seconda parte portentosa trascina tutto e tutti in un dramma senza uscita, per nessuno. Una discesa lenta e calcolata negli inferi, girata con una maestria e una pulizia eccezionali, dove la casa, un' enorme villa postmoderna, si pone come una metafora della società, coreana e non, offrendo riparo, esilio, luce o pioggia. Forse il più bel film di Joon-ho Bong, dove il Cinema ha un respiro perfetto e la tensione viene costruita lentamente (forse troppo? ma è un dettaglio) e che ha in Polanski più di uno sguardo. Palma d'Oro all'ultimo festival di Cannes, più che meritata, direi.
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