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I diffidenti

Regia di Andrej Koncalovskij vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su I diffidenti

di John_Nada1975
7 stelle

Eccellente film antropologico con echi thriller di chi si trova per condizione straniero in ogni dove e sull'America, diretto dall'esule sovietico e per scelta momentanea Konchalovskij, subito dopo il suo massimo capolavoro americano e non solo "A 30 secondi dalla fine; uno dei maggiori film degli anni '80. Purtroppo coinvolto nel fallimento della Cannon Films di Menahem Golan e Yoram Globus che aveva prodotto tutti i suoi film americani precedenti, uscì in Italia soltanto circa 5 anni dopo(per la consueta distribuzione degli ultimi titoli Cannon, Italian International Films), la sua presentazione nel 1987 al Festival di Cannes, dove la Hershey fu pure premiata come Migliore attrice. Rare sono infatti le sue recensioni italiane, se non del periodo pre-internettiano e quindi solo cartaceo. La stupenda fotografia di Chris Menges sia nella parte iniziale newyorkese, che ovviamente in tutto il resto del film attraverso le paludi e le città, i ponti della Louisiana, rende davvero lo spettacolo quale valido di ogni sforzo di visione, oltre che a servire in maniera immaginifica il sempre riconoscibile talento visionario di Konchalovskij. Ci sarebbe anche una eccellente colonna sonora dei Tangerine Dream, tra le migliori e più emozionanti del loro periodo con Paul Haslinger, dal raro per loro tema cantato- oltre ad altri anche presenti nella o.s.t.,- da Michael Bishop. Invero un pò male e purtroppo sottoutilizzata nelle varie sequenze del film che la avrebbero meritata e ne sarebbero state anzi esaltate, ma non così tanto da inficiare il risultato generale, comunque di alto livello.  Un racconto praticamente tutto al femminile senza mai risultare fastidioso o ininteressante, che è anche un interessante excursus sulle profonde differenze etniche e culturali con alcune zone isolate e in uno stato di certa arretratezza, del profondo sud americano, messe al confronto con la provenienza delle parenti lontane madre e figlia, Jill Clayburgh e Martha Plimpton, la prima giornalista di Vogue America, che si decide ad andare a trovare questi suoi lontani parenti nei Bayou, per un reportage da compiere e pubblicare sulla patinata rivista. E senza scontati discorsi e situazioni su conflitti razziali in atto e cose simili, ma interessanti invece paralleli sull'educazione fornita dalla TV e dai suoi programmi locali di evangelizzazione della "Christian Belt", in queste aree rurali piene di false e forse accomodanti, quando non pericolose, convinzioni. Un pò pesante e greve come sempre, la sceneggiatura di Gèrard Brach, senza la quale il film sarebbe stato sicuramente tra i primi dieci della stagione 1987-'88.

 

 

John Nada

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