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Benjamin

Regia di Simon Amstell vedi scheda film

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La recensione su Benjamin

di alan smithee
5 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Il Benjamin del titolo è un giovane cineasta alle prese con l'ultimazione del suo secondo, sofferto lungometraggio: quello grazie al quale egli dovrebbe confermare i riscontri positivi suscitati dal suo esordio qualche anno addietro, ma, proprio per questo, quello da cui dipende molto del suo futuro artistico e professionale.

Pertanto il giovane è afflitto da una certa angoscia mista ad insicurezza che lo blocca anche quando deve affrontare minime difficoltà che lo pongano dinanzi ad una possibilità di scelta.

E nonostante la sua solerte produttrice cerchi in tutti i modi di rassicurarlo, sdrammatizzando più possibile ogni cruccio che si pone tra il completamento dell'opera, e il dubbio perenne.

Una sera, frequentando un locale, il ragazzo si imbatte in un giovane cantante e pianista di origini francesi di nome Noah. Presentati da amici comuni, i due si piacciono subito e trovano presto il modo di frequentarsi, dando sbocco ad una sorta di storia sentimentale che entrambi tentano di sminuire, più in termini teorici che dal lato pratico.

Ma Benjamin è davvero alla ricerca di una storia d'amore, o invece sta rincorrendo una troppo lontana intimità con un pubblico che pare non comprenderlo né tantomeno apprezzarlo come al tempo dei suoi esordi?

Opera prima di Simon Amstell, giovane commediografo, umorista, sceneggiatore e regista britannico già piuttosto noto in tv, Benjamin ha certamente dei risvolti autobiografici con cui l'autore tenta di venire a patti con gli stessi propri dilemmi che tuttora lo affliggono nella sua ricerca di porsi nel modo più consono davanti al proprio pubblico.

E il film, dai tratti dolci e sin romantici, tenta più che può di apparire interessante soprattutto quando la vicenda si accentra sul complesso e bizzarro rapporto che finisce per legare i due simpatici ragazzi, poco propensi a sviscerare le reciproche sensazioni, e più protesi a tacere per dar ragione al proprio orgoglio o dignità di individui protesi ad arrangiarsi con le proprie forse.

Ma risulta più accattivante e vitale quando subentrano altri personaggi, come quello dell'amico artista sfigato che in qualche modo finisce per rassicurare il protagonista, semplicemente rendendolo partecipe della sequela di insuccessi ed insoddisfazioni che egli riesce ad inanellare uno dopo l'altro.

Giovani e carini, oltre che piuttosto in parte, appaiono i due protagonisti, ovvero Colin Morgan nel ruolo di Benjamin, e Phénix Brossard in quello di Noah, affiancati per l'occasione, in poco più di un ruolo cameo, dalla nota attrice britannica Anna Chancellor, nel ruolo della materna produttrice del protagonista.

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