Regia di Nicholas McCarthy vedi scheda film
Horror tutto sommato dignitoso,ma senza alcun elemento di novità
Siamo in America a Montgomery County, in Ohio. Una ragazza, Margaret, si precipita urlando fuori da una casa e viene soccorsa da un’automobilista, attonito e inorridito, è priva della mano destra, che le è stata amputata. Nel Frattempo in Pennsylvania, I coniugi John e Sarah corrono in ospedale perché sta per nascere il loro figlio. Intanto, sempre in Ohio, la polizia individua e uccide Edward Scarka, l'uomo responsabile della grave menomazione di Margareth, peraltro questa sua prassi criminale, era il suo marchio di fabbrica. Pochi istanti dopo la morte di Edward, nasce il figlio dei Bloom, Miles. Non è una coincidenza, subito gli spettatori capiscono, che questi due eventi sono significativamente legati, Miles da subito si comporta come un “enfant prodige” tuttavia manifesta problemi relazionali, Ma, come si accorgeranno ben presto i genitori, c'è di peggio.
I bambini incarnano per definizione l'innocenza. Quando vengono usati nell'horror per veicolare sentimenti malvagi, creano un efficace contrasto, in grado di far accapponare la pelle. L’effetto di spiazzamento, con il male che cova, in un pargoletto dall’aria candida, in modo che sia difficile per chiunque, credere che sia in grado di compiere cattive azioni, è sempre notevole. Ma i bambini, oltre che “latori” della crudeltà intrinsecamente, possono essere posseduti dall'animo malvagio, di qualcun altro, come nella fattispecie, in cui si verifica una strana reincarnazione, cioè la trasmigrazione dell’anima dello spietato serial killer di cui sopra, nel corpo del neonato, cioè di Miles. Il bambino dunque, si trova ad essere “abitato” da due personalità, che si avvicendano e naturalmente quella aliena e malvagia, ne prende il sopravvento. Qui non assistiamo alla classica possessione satanica, bensì all’insediamento nella mente del bambino di un rancoroso killer, venuto dal passato per chiudere un macabro conto, bruscamente interrotto dalla sua morte violenta. Vediamo Miles crescere in fretta, dotato di un’intelligenza fuori dal comune, ma anche preda di strani sbalzi di umore. Peccato che dopo aver visto l’antefatto, tutto ciò non sia più una sorpresa. Il ritmo prende la rincorsa, rallentato dal suo suo stesso abbrivio, e il film non ingrana fino alla seconda metà, quando indovina qualche “jump scare” piazzato al momento giusto, anche in virtù di una suggestiva sequenza onirica. Lo sviluppo della storia, è abbastanza telefonato, con uno schema “horror” molto classico, ma che offre comunque, qualche sprazzo di suspense. Le sorprese non sono molte, ma rendono, se ci si accontenta. La tensione, nella seconda parte, si alza e mette a segno dei colpi efficaci. Fatta eccezione per qualche smagliatura di sceneggiatura, il conflitto madre-figlio, con tutte le sue implicazioni edipiche, funziona, in quanto è un vicolo cieco, per sua natura. La figura paterna scompare dall’orizzonte del racconto, perché in realtà, la storia la fanno Miles e la madre. Pleonastico sottolineare, che il genere ha bisogno di idee nuove e non di riciclare, la solita vecchia minestra riscaldata.
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