Ad Africo, un paesino arroccato nella valle dell'Aspromonte calabrese, alla fine degli anni '50, una donna muore di parto perché il dottore non riesce ad arrivare in tempo e perché non esiste una strada di collegamento. Gli uomini, esasperati dallo stato di abbandono, vanno a protestare dal sindaco. Ottengono la promessa di un medico, ma nel frattempo, capeggiati da Peppe (Francesco Colella), decidono di unirsi e costruire loro stessi una strada. Tutti, compresi i bambini, abbandonano le occupazioni abituali per realizzare l'opera. Giulia, la nuova maestra elementare (Valeria Bruni Tedeschi), viene dal Nord, e vuole insegnare l'italiano "se Africo entrerà nel mondo grazie alla strada, i ragazzi dovranno conoscerlo prima, imparando a leggere e a scrivere". Ma per il brigante Don Totò, quello che detta la vera legge, Africo non può diventare davvero un paese "italiano"…
Bella la scenografia ma per il resto molti sterotipi e poca originalità. Sono stata ad Africo vecchio e capisco la suggestione di quel luogo ma si poteva fare di meglio.
Un buon film su un'Italia più prossima al medioevo che al vicino boom economico, con qualche pecca nel cast dei protagonisti principali (una Valeria Bruni Tedeschi fin troppo svampita, così come Sergio Rubini eccessivamente caricaturale) ma comunque di buon impatto e di grande suggestione visiva
Una timida come agli inizi della Carriera Valeria Bruni Tedeschi,con pacatezza e quasi rassegnazione ci porta in una Calabria anni '50 in un Mondo lento e Contadino,comunque da rispettare anche se la Pellicola spesso addormenta e non convince.voto.4.
Molto interessante la scenografia, la storia e la scelta dei personaggi e degli attori che li interpretano, sarebbe stato un piccolo gioiellino se...la sceneggiatura non avesse fatto acqua da tutte le parti insieme alla durata. In sintesi manca di spessore. Peccato. Comunque un 7 lo merita.
L'opera ha valore storico e l'ambientazione è realistica. Ma per me le note positive finiscono qui. Personaggi e situazioni sono tratteggiati in modo troppo retorico, frammentario e superficiale data anche la brevità del film. L'uso del dialetto senza sottotitoli poi lo rende pienamente comprensibile solo ai calabresi.
Sull'Aspromonte vivono contadini isolati dal mondo e inascoltati dalle pubbliche istituzioni. Ma c'è chi ha interesse a mantenere questo stato di cose, a tenere sempre piena la schiera dei poveri da poter ricattare. Il film tratta di questo con piglio antropologico, mancando però di offrirgli uno sbocco politico. Insomma, un Fontamara più dimesso.
Siamo nel 1951 ad Africo, un piccolo centro sito nella valle dell’Aspromonte calabrese, completamente isolato dal resto del mondo, dimenticato dagli uomini e da Dio, i cui abitanti, vivono senza corrente elettrica, senza acqua corrente, in condizioni di totale indigenza: i bambini camminano scalzi e sono poco alfabetizzati, le infrastrutture sono inesistenti, c’è… leggi tutto
Africo, quattro case giusto quattro, lungo un pendio scosceso dell'Aspromonte. La comunità è tagliata fuori dal mondo, ecco perché al comando di Peppe ( Francesco Colella), si decide a costruire una strada di collegamento con la città. Don Totò ( Sergio Rubini) , signorotto della contrada, non è d'accordo.... Opera di Calopresti che suona a… leggi tutto
E' un buon film quest'ultima opera di Mimmo Calopresti, ambientata nell'Aspromonte di inizio anni '50 quando tanti paesi si trovavano ancora in una sorta di perenne medioevo senza luce, acqua corrente ed una strada che li collegasse al mondo "civilizzato". Ed è proprio di una strada che avrebbero bisogno i cittadini di Africo, e visto che nessuno gliela costruisce decidono di fare tutto…
Africo, quattro case giusto quattro, lungo un pendio scosceso dell'Aspromonte. La comunità è tagliata fuori dal mondo, ecco perché al comando di Peppe ( Francesco Colella), si decide a costruire una strada di collegamento con la città. Don Totò ( Sergio Rubini) , signorotto della contrada, non è d'accordo.... Opera di Calopresti che suona a…
Siamo nel 1951 ad Africo, un piccolo centro sito nella valle dell’Aspromonte calabrese, completamente isolato dal resto del mondo, dimenticato dagli uomini e da Dio, i cui abitanti, vivono senza corrente elettrica, senza acqua corrente, in condizioni di totale indigenza: i bambini camminano scalzi e sono poco alfabetizzati, le infrastrutture sono inesistenti, c’è…
Africo, terra d'Aspromonte, Calabria, 1951. Gli abitanti del paese, contadini e pastori, si lamentano per le molte tasse e l'assenza di servizi. Nonostante le promesse, nulla è fatto per loro; dopo la morte di una donna incinta, decidono di fare da loro. Sotto la direzione del carismatico Peppe Morabito, i paesani iniziano la costruzione di una strada. Sono però osteggiati sia…
Nell'ultimo dopoguerra, quando la ricostruzione imperava dalle Alpi sino al tacco, in luoghi impervi ed abbandonati a loro stessi come il piccolo paesino arroccato di Africo, in Aspromonte, finalmente una maestra proveniente dal Nord giungeva sul somarello per istruire i figli di coloro che ancora non si arrendevano verso la discesa a valle. Ma, proprio ad Africo, le donne morivano ancora di…
La novità di questa settimana è che c'è un film italiano che prova a fare il blockbuster: non succedeva da un bel po'. Perché le 580 sale di Cetto c'è, senzadubbiamente sono…
Come Il Quarto Stato di Pelizza da Volpedo, Calopresti mette in scena facce autentiche e sane, corpi forti, agresti, visi intelligenti con gli occhi che brillano. La campagna non mente mai. Nemmeno la terra.
"Si stava meglio quando si stava peggio" - diceva sempre mia nonna - donnina parca di parole, ma immensa di contenuti.
Interessante e poetico, agreste e…
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Commenti (9) vedi tutti
Bella la scenografia ma per il resto molti sterotipi e poca originalità. Sono stata ad Africo vecchio e capisco la suggestione di quel luogo ma si poteva fare di meglio.
commento di Artemisia1593Un buon film su un'Italia più prossima al medioevo che al vicino boom economico, con qualche pecca nel cast dei protagonisti principali (una Valeria Bruni Tedeschi fin troppo svampita, così come Sergio Rubini eccessivamente caricaturale) ma comunque di buon impatto e di grande suggestione visiva
leggi la recensione completa di galavernaUna timida come agli inizi della Carriera Valeria Bruni Tedeschi,con pacatezza e quasi rassegnazione ci porta in una Calabria anni '50 in un Mondo lento e Contadino,comunque da rispettare anche se la Pellicola spesso addormenta e non convince.voto.4.
commento di chribio1Molto interessante la scenografia, la storia e la scelta dei personaggi e degli attori che li interpretano, sarebbe stato un piccolo gioiellino se...la sceneggiatura non avesse fatto acqua da tutte le parti insieme alla durata. In sintesi manca di spessore. Peccato. Comunque un 7 lo merita.
commento di GabryLedL'opera ha valore storico e l'ambientazione è realistica. Ma per me le note positive finiscono qui. Personaggi e situazioni sono tratteggiati in modo troppo retorico, frammentario e superficiale data anche la brevità del film. L'uso del dialetto senza sottotitoli poi lo rende pienamente comprensibile solo ai calabresi.
commento di bombo1Suggestivo,intenso e poetico questo film di Mimmo Calopresti. Ispirato ad una storia vera
leggi la recensione completa di Furetto60Si stava meglio quando si stava peggio" - diceva sempre mia nonna- donnina parca di parole, ma immensa di contenuti.
leggi la recensione completa di gaiartLe lotte contadine in una Calabria arcaica,a me ha ricordato i primi film di Germi girati in Sicilia.Da vedere.
commento di ezioSull'Aspromonte vivono contadini isolati dal mondo e inascoltati dalle pubbliche istituzioni. Ma c'è chi ha interesse a mantenere questo stato di cose, a tenere sempre piena la schiera dei poveri da poter ricattare. Il film tratta di questo con piglio antropologico, mancando però di offrirgli uno sbocco politico. Insomma, un Fontamara più dimesso.
commento di Peppe Comune