Regia di Jordan Downey vedi scheda film
Un feroce guerriero protegge la sua terra dai mostri che la infestano, utilizzando sia le proprie capacità con le armi, sia le conoscenze "alchemiche". Le orrende teste delle creature uccise finiscono appese come trofei all'interno della sua casa-laboratorio. Alla macabra collezione manca il capo del più odiato nemico, quello che gli ha portato via la giovanissima figlia, tempo prima. Lo scontro con questo abominio è duro e dall'esito incerto. Ambientato in tempo e luogo indefiniti, con i connotati di un medioevo fantastico, questo film dalla breve durata, diretto da Jordan Downey, vede la quasi esclusiva partecipazione dell'attore norvegese Christopher Rygh, nel ruolo dell'imponente guerriero senza nome che conduce una lotta serrata a creature maligne, sia per "rispettare le consegne" impartite da indefinite autorità locali , sia per vendicarsi della morte della persona cara, sepolta a pochi metri dal suo rifugio. L'uomo è tanto abile con le armi quanto con la chimica. Prepara pozioni ed intrugli anche con lo scopo di curare sè stesso dalle gravi lesioni che riporta alla fine di ogni combattimento. Il protagonista senza nome riesce a portare a termine la propria vendetta contro l'entità malvagia che gli ha ucciso la figlia, ma la sfortuna - unita ad un'eccessiva leggerezza - aiutano più volte il mostro, il quale esprime volontà di sopravvivenza e dominio su un "corpo", a tornare in vita. Molto poco viene detto del mondo fantastico teatro del racconto; i pochi indizi forniti dalla sceneggiatura e dalle immagini trasmettono l'idea di un ambiente primitivo e feroce. Non giunge allo spettatore alcuna suggestione legata al "senso del meraviglioso". Riferimenti "favolistici" sono presenti in minima parte. Le creature malvage sono dotate di una certa intelligenza e contendono all'uomo il dominio del territorio. La prima parte del film è molto lenta e ci dà modo di conoscere il protagonista; ne apprezziamo il coraggio e la dedizione alle sue "missioni", che gli consente di sopportare dolori e tensione; ne vediamo il rapporto con l'ambiente circostante, piegato - per quanto possibile - alle sue necessità, da un'indomabile forza di volontà. La seconda parte è dedicata al confronto con lo sfuggente nemico, il quale si presenta in forme esteriori sempre diverse, tra le quali il corpo ormai quasi scarnificato della figlia del protagonista, sottratta alla pace della sua sepoltura. Il corpulento Rygh ben interpreta il protagonista; taciturno, determinato, dolente, sfortunato. La sorte gli è infausta; ciò è inevitabile, poichè il suo nemico è da ritenersi - in mancanza di informazioni che lascino immaginare una diversa origine - parte integrante di quella stessa affascinante, selvaggia e letale natura che domina quello spicchio di medioevo. Da quanto ho appreso, il film è stato realizzato con costi molto contenuti. Sicuramente, in rapporto alla spesa, il prodotto finale non è malvagio. Il regista racconta una semplice storia, di una lotta impari, tra uomo ed ambiente; dedica alla ricostruzione di quest'ultimo gran parte della propria attenzione, non lasciando molto spazio per sequenze d'azione. Opera piacevole e d'atmosfera.
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