Regia di Doron Paz, Yoav Paz vedi scheda film
Dramma israeliano, in costume, a sfondo religioso. Il mito del Golem viene qui rivisto in funzione di una narrazione troppo impegnativa, che sfugge più volte al controllo degli autori.
Lithuania, 1673 D.C.
Una comunità di ebrei, sopravvissuti al flagello della peste, viene aggredita da Vladimir (Alex Tritenko), un barbaro violento con al seguito un esercito di guerrieri. Convinto che i decessi provocati dalla mortale epidemia, cui vanno incontro i suoi uomini, siano frutto di un maleficio, Vladimir tiene sotto sequestro l'intero villaggio: se la guaritrice del posto non riuscirà a curare la primogenita, nessuno avrà salva la vita. Sotto minaccia è anche Hanna (Hani Furstenberg), donna delusa dalla prematura morte del figlio avvenuta sette anni prima, che rifiuta di restare nuovamente incinta del marito Benjamin (Ishai Golan), mentre dedica il suo tempo libero nello studio della Kabbalah, arrivando ad apprendere nozioni che nella città vecchia di Praga erano state messe in atto in passato, per dare origine ad un Golem. Una creatura che, prodotta dall'argilla, muove in difesa del popolo ebraico. L'assedio di Vladimir fornisce quindi ad Hanna l'occasione per tentare di creare un nuovo Golem. L'operazione va a buon fine, e la creatura ha le sembianze di un bambino (quelle di Joseph, il figlio perso appena nato) ma oltre a prendere le difese del villaggio, il Golem manifesta atteggiamenti pericolosi anche verso gli innocenti, seguendo un legame empatico con Hanna.
"Fuori dall'oscurità, viene la luce. Dalla morte, esplode la vita. I nostri corpi sono deperibili, transitori ma il nostro spirito è eterno. E c'è il paradosso: qualcuno può nominare gli elementi che compongono la stella di David e rappresentano il corpo e l'anima." (Il rabbino locale)
Girato a Kiev, in Ucraina, un insolito dramma israeliano, che trae ovviamente spunto dalla religione ebraica pescando nella Kabbalah. Scritto da Ariel Cohen e diretto dai fratelli Doron e Yoav Paz, The Golem si sviluppa in un periodo oscuro del tardo medioevo, manifestando -nella ricostruzione dell'epoca- il suo punto di forza. La psicologia dei personaggi si adatta al clima di oscurantismo e di inevitabile accostamento della popolazione al divino. Dio viene, infatti, citato a più riprese, così come Mosè (leggenda vuole che abbia per primo dato origine al Golem). Pur essendo una pellicola particolarmente violenta, quando propone le azioni del piccolo Golem (che ha qui le inusuali sembianze di un ragazzino di sette anni), il film non affonda mai completamente nel genere horror, restando invece più in tema con ritornanti "delusioni" (ora come allora) dell'animo umano: un parto malfinito; l'epidemia mortale (qui la peste) che colpisce senza giustizia l'uno e non l'altro; la delusione di un marito che scopre, troppo tardi, la tattica di una moglie che non vuole più figli; il dubbio che aldilà Dio (non) esista. Se l'approccio israeliano dona un fascino innegabile al girato, purtroppo l'incertezza che traspare da una sceneggiatura con molti punti lasciati in sospeso -e una regia poco più che convenzionale- delinea un risultato finale molto inferiore alle aspettative. Anche il look del Golem, ovvero un bambino senza trucco, contribuisce a far deragliare il girato nel più popolare e prevedibile calderone dei prodotti destinati ad uso (e consumo) di intere famiglie, magari chiuse una domenica pomeriggio in una sala multiplex. Uscito il 24 gennaio 2019 in Israele, The Golem sta facendo un po' il giro del mondo essendo stato proiettato nelle sale americane (il 5 febbraio), in Vietnam (il 15 marzo) e -a breve (18 aprile)- destinato ad approdare anche in Corea.
"Arrivano le 72 lettere sacre, insieme per creare il nome nascosto di Dio. Per creare un Golem si deve usare un suolo vergine non trattato, da una montagna o una foresta." (Hanna)
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