Regia di Adam Robitel vedi scheda film
Storia non originale ma decisamente meglio di quello che s'immagina
Mutuando l’idea di SAW – L’Enigmista e aggiungendovi componenti essenziali di The game di David Fincher, e Cube – Il cubo, successo del 1997 firmato dall’Italo - canadese Vincenzo Natali, il regista americano Adam Robitel, anch’egli in perenne bilico fra horror e fantascienza, riesce nell’impresa di spaventare con un gioco di gruppo che va attualmente per la maggiore e nel quale solo la logica applicata al lavoro di squadra può portare alla fuga dall’Escape Room. Nemmeno un premio finale di molte migliaia di dollari rappresenta però la componente principale di una serata trascorsa fra indizi e combinazioni da indovinare, perché per ognuno dei sei prigionieri presenti nulla è lasciato al caso e tutti riusciranno a capire immediatamente come ogni indizio disseminato lungo il percorso che li porterà a morte quasi certa è disegnato esattamente per loro. Il prodotto, per il quale è già in rampa di lancio un sequel introdotto da un finale aperto, funziona grazie a un ritmo serrato esattamente come le riprese claustrofobiche che lo contraddistinguono e non certo grazie all’abilità degli attori che svolgono semplicemente il loro compito senza particolari sussulti. Il tutto mentre l’epopea del sadico pupazzo sul triciclo Jigsaw, arrivata all’ottavo episodio, pare aver ormai esaurito una linfa vitale che progressivamente è andata affievolendosi ma che può essere prontamente sostituita da questa nuova possibile serie di film creata grazie a poche idee applicate ad un‘attenta visione dei classici del genere. Piacerà molto a chi è legato ad un mondo del cinema horror sadico e da palpitazioni al cuore ultra veloci. Consigliamo di astenersi a tutti gli altri.
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