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Waiting for the Barbarians

Regia di Ciro Guerra vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Waiting for the Barbarians

di alan smithee
8 stelle

Mark Rylance

Waiting for the Barbarians (2019): Mark Rylance

VENEZIA 76 - CONCORSO I confini sono i punti nevralgici di un impero. Preservarli da attacchi nemici è una delle tattiche basilari per garantirne la sopravvivenza contro gli attacchi di forze avverse, e una tattica che viene ancor prima, per impellenza e utilità, delle pur necessarie mire espansionistiche. Ai confini di un impero imprecisato, di apparente localizzazione caucasica, presso una piccola roccaforte che protegge il regno contro gli attacchi dei barbari del deserto, un mite e giusto magistrato sta portando a termine il suo mandato prima di congedarsi in pensione. La sua indole pacifica, il suo apparente distacco che di sfuggita potrebbe essere scambiato per disinteresse, ha contribuito a rendere la ipotetica minaccia esterna, un miraggio fatto di sole supposizioni, preferendo egli dedicarsi ad un rilancio economico di quel luogo dimenticato da Dio, mediante lo sfruttamento delle poche risorse presenti in natura, quali la riqualificazione agricola, attuata mediante coltivazione dell'olivo. Il sopraggiungere in loco di un'ispezione di polizia atta a facilitare il passaggio di consegne, comporta da parte dell'integerrimo funzionario incaricato - un aguzzino motivato a lasciare un segno indelebile ai danni dei nativi del posto - una immotivata presa di posizione esercitata con maniere così forti e prevaricanti, tipo esecuzioni sommarie e torture per futili ragioni, che lasciano interdetto il nostro magistrato, e lo spingono - per la prima volta in tutta la carriera - a disobbedire alle regole, inducendolo ad intraprendere una propria missione umanitaria. Lo scopo che lo muove, è risarcire moralmente una povera ragazza natia torturata a sangue, azzoppata ed accecata, aiutandola a poter far ritorno presso la propria famiglia oltre il deserto. La missione costituirà la rovina del nostro uomo, percosso e ridicolizzaro in pubblica piazza al suo rientro, degradato ed umiliato nel corpo come nello spirito. Ma il saggio funzionario saprà trovare la propria amara soddisfazione, quando la sprezzante crudeltà umana avrà compromesso non solo decenni di pace e prosperità, bensì le redini di un luogo nevralgico, ove il presunto nemico si sentirà ormai autorizzato a organizzare un attacco.

Johnny Depp, Mark Rylance

Waiting for the Barbarians (2019): Johnny Depp, Mark Rylance

Dall'omonimo romanzo del Premio Nobel J. M. Coetzee, che qui ne cura pure la sceneggiatura, Waiting for the barbarians ci fa ritrovare il talentuoso regista colombiamo, ma cittadino del mondo, Ciro Guerra, impegnato stavolta in un urgente e più che mai attuale apologo contro quella spasmodica ed istintiva tendenza dell'uomo di ogni tempo di considerare" barbaro" il modo di vivere del popolo che egli intende dominare e piegare a sé, finendo per rendere se stesso fautore di quelle atrocità (vere e proprie "barbarie") di cui sono piene ed insanguinate le pagine di tutta la storia umana sulla Terra. Il concetto di confine, mai così attuale come ai giorni nostri, si completa con uno studio di caratteri umani che diventano universali e simbolici di ogni periodo della storia. Guerra poi ci mette del suo valorizzando, con riprese aperte e vedute mozzafiato, i particolari di una natura anche stavolta rigida e poco conciliante, ma di una bellezza mozzafiato, come solo lui e pochi altri cineasti riescono a cogliere. Seguendo una storia che non può non far tornare alla mente echi e emozioni già provate nelle pagine del capolavoro sull'attesa e sulla difesa dei confini ad ooera di Dino Buzzati, ovvero de Il deserto dei Tartari, alla trasposizione scrupolosa del quale, ad opera di Valerio Zurlini, il regista Guerra pare riferirsi soprattutto nel suo finale aperto, solo leggermente più esplicito rispetto all'adattamento da Buzzati. Magnifico Mark Rylance, eblema di una ragione che prevale sulla bestia che è in noi, e per questo destinato a soccombere. Un po' troppo a rischio caricatura il poliziotto aguzzino reso pur con impegno da un occhialuto Johnny Deep, mentre forse un po' sprecata la presenza pur carismatica di Robert Pattinson.

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