Un magistrato inglese – un fedele servitore dell'Impero che lavora in una piccola città di frontiera – fa del suo meglio per evitare un'incombente guerra contro i "barbari". Dopo aver assistito al crudele e ingiusto trattamento dei prigionieri di guerra, riconsidererà il suo ruolo nel regime e compirà un donchisciottesco atto di ribellione.
Approfondimento
WAITING FOR THE BARBARIANS: LA PAURA DELL'ALTRO
Diretto da Ciro Guerra e sceneggiato da J.M. Coetzee, Waiting for the Barbarians racconta la crisi di coscienza di un Magistrato che si ribella al regime. Tutto ha inizio quando il Magistrato, amministratore di un isolato insediamento di frontiera al confine di un impero senza nome, è in attesa di andare in pensione con l'arrivo del Colonnello Joll, il cui compito è di riferire sulle attività dei "barbari" e sulla situazione di sicurezza al confine. Joll inizia a condurre una serie di spietati interrogatori. Il trattamento dei "barbari" per mano del Colonnello e la tortura di una giovane donna "barbara" portano il Magistrato a una crisi di coscienza e a un atto di ribellione.
Con la direzione della fotografia di Chris Menges, le scenografie di Crispian Sallis e Domenico Sica, i costumi di Carlo Poggioli e le musiche di Giampero Ambrosi, Waiting for the Barbarians si basa sul romanzo Aspettando i Barbari del premio Nobel J.M. Coetzee, autore sudafricano. A spiegare meglio il progetto sono le parole del regista in occasione della partecipazione in concorso al Festival di Venezia 2019: "Quando abbiamo incominciato a lavorare all'adattamento del romanzo di J. M. Coetzee, pensavo che la vicenda fosse ambientata in un mondo e in un'epoca lontani. Tuttavia, mentre le riprese del film procedevano, la distanza nel tempo e nello spazio si è ridotta sempre più. Ora che abbiamo concluso, la trama si è trasformata in una storia sulla contemporaneità".
Il cast
A dirigere Waiting the Barbarians è Ciro Guerra, regista e sceneggiatore colombiano. Nato a Rio de Oro nel 1981, Guerra con i suoi due primi lungometraggi da regista - La sombra del caminante e Los viajes del viento - ha partecipato a numerosi festival internazionali, da Toronto a Hong Kong, ottenendo oltre 40… Vedi tutto
Un magistrato a fine carriera ai confini dell'impero dove il tempo scorre lento e tranquillo, fino all'arrivo dei barbari... Bella fotografia, attori in formissima. Il rimando al libro di Buzzati è inevitabile ma in realtà solo marginale... Merita una visione.
I nemici, se non ci sono occorre inventarseli, perché è solo così che si riescono a giustificare misure autoritarie. E chi si oppone all'insensatezza di questo indirizzo politico viene anch'esso trattato come un nemico. Questo è il teorema del romanzo "Aspettando i barbari" di Coetzee, e Ciro Guerra ne rispetta adeguatamente lo spirito speculativo.
Più che un drammatico questo è un film dell'orrore dove il mostro è rappresentato dall'imperialismo, una specialità storica del cosiddetto "occidente" al quale fa da contrasto la meravigliosità del paesaggio desertico come in una fotografia tragica assai ma molto ben riuscita.
La frontiera come metafora dello scontro tra civiltà, tra giustizia e oppressione, imperialismo e libertà, dovere e sentimento. Aspri paesaggi desertici fanno da sfondo al dilemma morale di un uomo solo che lotta contro un sistema da cui uscirà inevitabilmente perdente. Gli antagonisti tuttavia sono più simboli che personaggi a tutto tondo.
meno incisivo (e personale) rispetto alle sue opere precedenti, Guerra può comunque contare su un ottima fotografia e musica, nonostante la regia non abbia particolari colpi d'ala. l'aspetto più debole del film sono proprio i 3 caratteri principali (interpretati da 3 star), troppo bidimensionali e pedanti per risultare davvero interessanti.
Venezia 76. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Come molti artisti, esponenti di cinematografie di nicchia, anche il colombiano Ciro Guerra, forte degli importanti consensi critici accumulati negli anni trascorsi, si è lasciato sedurre dalle sirene di una coproduzione internazione. “Waiting for the barbarians” è il suo primo film in lingua… leggi tutto
Venezia 76 – Concorso.
«Non bisogna mai avere paura dell’altro, perché tu rispetto all’altro, sei l’altro» (Andrea Camilleri).
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Commenti (6) vedi tutti
Chi sono davvero i barbari?
commento di Aiace68Un magistrato a fine carriera ai confini dell'impero dove il tempo scorre lento e tranquillo, fino all'arrivo dei barbari... Bella fotografia, attori in formissima. Il rimando al libro di Buzzati è inevitabile ma in realtà solo marginale... Merita una visione.
commento di Bladerunner76I nemici, se non ci sono occorre inventarseli, perché è solo così che si riescono a giustificare misure autoritarie. E chi si oppone all'insensatezza di questo indirizzo politico viene anch'esso trattato come un nemico. Questo è il teorema del romanzo "Aspettando i barbari" di Coetzee, e Ciro Guerra ne rispetta adeguatamente lo spirito speculativo.
commento di Peppe ComunePiù che un drammatico questo è un film dell'orrore dove il mostro è rappresentato dall'imperialismo, una specialità storica del cosiddetto "occidente" al quale fa da contrasto la meravigliosità del paesaggio desertico come in una fotografia tragica assai ma molto ben riuscita.
commento di bombo1La frontiera come metafora dello scontro tra civiltà, tra giustizia e oppressione, imperialismo e libertà, dovere e sentimento. Aspri paesaggi desertici fanno da sfondo al dilemma morale di un uomo solo che lotta contro un sistema da cui uscirà inevitabilmente perdente. Gli antagonisti tuttavia sono più simboli che personaggi a tutto tondo.
commento di Fanny Sallymeno incisivo (e personale) rispetto alle sue opere precedenti, Guerra può comunque contare su un ottima fotografia e musica, nonostante la regia non abbia particolari colpi d'ala. l'aspetto più debole del film sono proprio i 3 caratteri principali (interpretati da 3 star), troppo bidimensionali e pedanti per risultare davvero interessanti.
commento di giovenosta