Regia di Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett vedi scheda film
Un po' horror, meno thriller e tanta commedia per un titolo che ha riscontrato certo gradimento da parte del pubblico. Un film patinato, nonostante la presenza di scene gore e splatter, adatto ad un'ampia platea di spettatori per via di uno sgradevole registro ironico che pervade, impropriamente, l'intera sceneggiatura.
Il giovane Alex (Davide Perino), membro della nobile e rispettata famiglia Le Domas, convola a nozze con Grace (Samara Weaving). La ragazza partecipa ad un gioco con le carte che, ad ogni matrimonio, viene attuato dai Le Domas. Sfortunatamente pesca la carta del "nascondino", quella che prevede l'omicidio del nuovo coniuge entrato a far parte della casata. Il tutto è dovuto ad un patto satanico con tale Le Bail, demone in grado di garantire prosperità e fortuna in cambio di sacrifici umani. Grace viene quindi lasciata libera, mentre diventa preda di una caccia (a tempo) spietata e senza esclusione di colpi.
Dopo la partecipazione al collettivo V/H/S e il modesto La stirpe del Male, la coppia di registi composta da Matt Bettinelli-Olpet e Tyler Gillett ci riprova. Con un budget decoroso (6.000.000 di dollari) e una sceneggiatura scritta da altra coppia (Guy Busick e Ryan Murphy) realizza un ibrido tra commedia e horror che attira immediatamente le attenzioni del pubblico, tanto da rientrare abbondantemente dei costi nella sola settimana di prima programmazione USA. Nonostante, ad oggi, abbia incassato ben dieci volte i soldi spesi Finché morte non ci separi appare il classico blockbuster destinato ad un ampio pubblico come dimostra il registro ironico che interferisce, pesantemente, con il thriller. Dopo un incipit debolissimo (il delitto a cui assiste il piccolo Alex), la sceneggiatura prende subito la strada dell'inverosimile, mettendo in scena i componenti della famiglia Le Domas, uno più folle dell'altro.
La parabola sull'arroganza dei potenti (intesi come abbienti), presente in filigrana e solo ad un'attenta visione, cede subito posto ad un insieme di scenette prevedibili, graficamente ben costruite ma rese innocue dal continuo oscillare tra comico, thriller e horror. Tre registri miscelati senza troppa attenzione, in grado di originare un cocktail dall'incerto sapore. Finché morte non ci separi è ben recitato, ricco di effettacci gore e splatter, ma sicuramente tradisce in pieno le aspettative di chi in un film cerca qualcosa di diverso del più innocuo intrattenimento.
"Giudico il matrimonio uno scambio di cattivi umori di giorno e di cattivi odori di notte." (Guy de Maupassant)
F.P. 29/12/2019 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 95'23")
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