Regia di Roberto Benigni vedi scheda film
Alla vigilia della seconda guerra mondiale, l’ebreo Guido Orefice conquista il cuore della bella Dora, sottraendola ad un matrimonio con un giovane simpatizzante fascista. Con l’avvento dei tedeschi, Guido, il figlio Giosuè, lo zio Eliseo e la stessa Dora vengono deportati in un lager nazista. Ma l’orrore della guerra è troppo assurdo da spiegare ad un bambino, per cui Guido decide di inscenare un gioco: se Giosuè si comporterà nella maniera giusta, vincerà il grande gioco organizzato dai tedeschi, nel quale in palio c’è nientemeno che un carrarmato vero!
Capolavoro assoluto del cinema italiano ed internazionale. Vincitore di 3 premi Oscar (attore protagonista, film straniero e colonna sonora) tutti meritatissimi. Il film è diviso in due parti diverse, tra loro complementari. Entrambe rappresentano due lati differenti dell’amore. Non a caso, “La vita è bella” prima che sull’olocausto, sul nazifascismo e sugli orrori della guerra, è un film sull’amore. Scene indimenticabili, associate ad una colonna sonora firmata dal Maestro Nicola Piovani, ma soprattutto una sceneggiatura originale firmata a quattro mani dallo stesso autore toscano e da Vincenzo Cerami. Benigni sciorina la sua poetica fatta di intelligenti equivoci, creatività fanciullesca e magiche coincidenze (già viste altrove nella sua filmografia), contestualizzandole nel periodo più nefasto e triste della storia del mondo. E proprio il collocamento di quello stile buffo in questa condizione tragica crea un contrasto che raggiunge vette liriche di valore inestimabile.
Straordinaria anche la prova di molti degli attori: da Benigni, a Giustino Durano, fino all’esordiente Giorgio Cantarini. Sotto tono, ma non è una novità, la “raccomandata” Nicoletta Braschi, a cui giova però l’aura magica di un’opera leggendaria che la fa sentire meno incapace del solito.
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