Regia di Roberto Benigni vedi scheda film
Sicuramente questo è il capolavoro di Roberto Benigni. Un'opera attraverso la quale l'attore-regista toscano commuove e fa sorridere allo stesso tempo. Alcuni pensano sia sopravvalutato, però, intanto, gli americani ne hanno copiato spunti e stile qualche anno dopo, nel più pasticciato film di Peter Kassovitz: "Jakob il bugiardo" – ed è un evento rarissimo, dato che, solitamente, sono gli italiani a copiare o a trarre spunti dal cinema Hollywoodiano.
La "vita è bella" è un film molto più complesso di quanto non sembri. Tocca temi drammatici e impegnativi con grande originalità e il giusto garbo. La sceneggiatura è ricca di poeticismo e di un elegante umorismo.
Parte come una commedia trasformandosi in tragedia.
I protagonisti sono Guido e Dora, personaggi semplici d’animo e simpatici. Il loro sembra quasi un amore da favola e, all'epoca della persecuzione nazista, sarebbe stato vissuto senza ostacoli se non fosse stato per le origini ebraiche di lui. Dopo alcuni felici anni di matrimonio con Dora e la nascita del loro figlio Giosuè, Guido, il bambino e suo zio vengono deportati in un campo di concentramento e questo si rivela solo l'inizio delle loro sventure. Le intenzioni dei nazisti di certo non sono buone, ma Guido e Dora alleggeriscono la gravosità delle circostanze per evitare di spaventare e far soffrire il piccolo Giosuè. Soprattutto Guido si serve di una lodevole e coraggiosa ironia, per raccontare delle bugie attraverso cui riesce a far credere al figlio, che tutto quello che stanno vivendo è solo un gioco in cui si vince un carro armato. Si spaccia così per interprete dei tedeschi, traducendo sciocchezze al posto della verità, e perfino prima di morire si cimenta in un gioco, quando deve andare a cercare Dora. Finge di sparire con il pretesto del nascondino e non torna mai più.
Dunque il film fa riflettere su quanto sia doveroso proteggere i bambini dalla durezza della vita e su quanto sia importante affrontare le difficoltà senza mai perdere la speranza, la voglia di sorridere, di scherzare e di giocare.
La trama esalta con una certa positività i valori fondamentali della vita: l'amore e la famiglia.
Il personaggio che si lascia apprezzare di più, naturalmente, è Guido: un uomo buono, ingenuo e dall'animo nobile, genuino e coraggioso, perché riesce a mascherare con toccante candore le sue paure, per il bene di suo figlio. E durante l'epilogo, ascoltiamo proprio il monologo di Giosuè, in cui esprime la sua gratitudine per tutto quello che il padre aveva fatto per lui.
Roberto Benigni dà il meglio di sé in quest’opera indimenticabile. Bravo sia alla regia che come attore. Interpreta il proprio ruolo con grande intensità e disinvoltura.
Buoni i dialoghi, coinvolgente la messa in scena, discreto il cast e stupenda la colonna sonora. Piacevole in modo particolare il pezzo di Noa: "Beautiful that way".
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