Regia di Frank Borzage vedi scheda film
Si sposeranno? Gino avrà fortuna col suo lavoro di pittore? La giustizia farà il suo corso? Dopo l’uso alternato di toni ora comici ora drammatici arriva il tragico bel finale… Borzage, specialista in favole credibili, coerente e fedele a se stesso, col suo amore per i perdenti che superano tutti gli ostacoli sa come emozionare!
Nei vicoli di una Napoli povera e talmente teatrale da sembrare ricostruita in studio (o lo è veramente? comunque belle le scenografie), Angela (la deliziosa Janet Gaynor) che non ha i soldi per comprare le medicine alla madre ammalata, prima cerca di prostituirsi ma non ci riesce poi prova a rubare i soldi ad un uomo ma la scoprono e la condannano ad un anno di prigione. Bella la scena in tribunale con lei piccola piccola davanti ai giudici posti in alto e non solo per rispetto al ruolo ricoperto ma anche per intimorire, le si vede solo metà viso dagli occhi in su. Nel caos dei vicoli napoletani mentre la portano in carcere riesce a fuggire. Torna a casa ma la madre è morta, non le resta altro che nascondersi tra i saltimbanchi di uno sgangherato “circo italiano” (divertente la scena con la scimmia che ruba il salame). L’uomo forzuto solleva Angela, che impara a fare l’equilibrista, come un fuscello mentre la gente applaude ma nel pubblico lei vede i carabinieri e cade rompendosi un’anca. Il pittore Gino, che l’ha fatta innamorare cantando tutto il giorno ‘o sole mio’ anche se lei non vuole innamorarsi per non soffrire, la prende in braccio e la conduce a casa sua. Si sposeranno? Gino avrà fortuna col suo lavoro di pittore? La giustizia farà il suo corso? Dopo l’uso alternato di toni ora comici ora drammatici arriva il tragico bel finale… Borzage, autore coerente e fedele a se stesso, col suo amore per i perdenti che superano tutti gli ostacoli sa come emozionare!
Tutto il film è ben curato e figurativamente sontuoso con la fotografia dalle luci forti e le ombre nette. Ma la musica è estenuantemente ripetitiva.
I fascisti che governavano all’epoca fecero ritirare il film, credo non gradissero la descrizione delle sofferenze della povera gente, lo tagliarono e lo fecero riuscire col titolo ‘La piccola Santa’!
Frank Borzage, originale regista (ma anche attore) di origine italiane (Frank Borzaga 1864-1962) “maestro del melodramma intimista e spiritualista” vincitore di due premi Oscar, col suo tocco magico diresse un centinaio di film (nessun capolavoro ma una decina di ottimi film). Specialista in favole credibili con un’incrollabile fiducia nell’amore che redime. Ricordiamo ‘Settimo cielo’ (1927) con gli stessi protagonisti del nostro ‘L'angelo della strada’ Janet Gaynor (che prese l’Oscar) e Charles Farrell, forse il maggior successo di Borzage col quale vinse un Oscar per la miglior regia, ‘La stella della fortuna’ (1929 ancora con la nostra coppia), ‘Addio alle armi’ (1932) con Gary Cooper, prima e migliore versione cinematografica tratta dal romanzo di Ernest Hemingway (la seconda fu diretta da Charles Vidor nel 1957 con Rock Hudson e Jennifer Jones), ‘Vicino alle stelle’ (1932) con Loretta Young e Spencer Tracy (che ebbero una discussa relazione sentimentale), il famoso ‘I ragazzi della via Pal’ (1933) dal romanzo di Ferenc Molnár, ‘E adesso, pover'uomo?’ (1934) con la brava Margaret Sullavan dal romanzo di Hans Fallada, ‘Desiderio’ (1936) con Gary Cooper e Marlene Dietrich prodotto da Lubitsch che vi instillò un po’ del suo rinomato tocco, ‘La grande città’ (1937) con Spencer Tracy e Luise Rainer, ‘La donna che voglio’ (1938) con Tracy e Joan Crawford, ‘La luna sorge’ (1946) con Ethel Barrymore.
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