Regia di Franco Giraldi vedi scheda film
Durante la prima guerra mondiale un ufficiale austroungarico nato sul confine cambia improvvisamente casacca e combatte per gli italiani. Qualche anno dopo scoppia il secondo conflitto e a riscoprire la storia dell'ufficiale sarà un italiano nato in Dalmazia.
L'italiano Franco Giraldi è nato nel Carso in un paese (Comeno) allora goriziano e oggi sloveno, a cavallo fra le due guerre mondiali (1931); chi meglio di lui poteva avere la sensibilità per riadattare sul grande schermo il romanzo La frontiera di Franco Vegliani, incentrato sul tema della terra combattuta fra due nazioni? Il regista, ormai 65enne, è lontano ormai dai fasti cinematografici del passato e sono quasi vent'anni che gira pressochè soltanto per la tv; con questo lavoro, di cui ha scritto anche la sceneggiatura, firma la sua penultima pellicola per il grande schermo (l'ultima sarà Voci, quattro anni più tardi) e sicuramente una delle sue più ambiziose. Nonostante la fedele ricostruzione storica e il discreto dispendio di mezzi, ben assortiti (musiche di Bacalov, fotografia di Cristiano Pogany, montaggio di Antonio Siciliano), l'opera trova però nel reparto interpreti il suo principale inciampo; specialmente si rivela un errore l'affidare una parte da protagonista al giovane - per quanto già sufficientemente quotato - Raoul Bova, ancora acerbo dal punto di vista artistico con netta evidenza. Anche Claudia Pandolfi ha soltanto 21 anni ed è ancora una promessa; i nomi di maggior risalto nel cast sono invece quelli di Omero Antonutti, Giancarlo Giannini e Marco Leonardi, anch'egli piuttosto giovane, ma dal curriculum rilevante. Giraldi, dopo qualche ulteriore impegno televisivo e il già citato Voci, si ritirerà dal set a metà degli anni Duemila. 4,5/10.
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