Regia di Blake Edwards vedi scheda film
Commedia sofisticata fra le più celebri degli anni Sessanta e non solo, “Colazione da Tiffany” è diventato un vero e proprio film di culto. Io mi sono deciso soltanto adesso a vederlo per intero, ma credo che la sua fama sia meritata. Innanzitutto è uno dei ruoli più memorabili di Audrey Hepburn, e qui la brava attrice riesce perfino a superare quanto ci aveva dato in film come “Vacanze romane” e “Sabrina”: Holly Golightly è un personaggio divenuto icona di fascino ed eleganza, una donna libera, capricciosa e volubile che forse non rispecchia al cento per cento il personaggio scritto da Truman Capote nel libro, che non ho letto e sembra sia molto più cinico e crudo, ma la Hollywood dell’epoca non poteva non addolcire un simile materiale nella versione per il grande schermo. Il film sembra essere più interessato alla descrizione dei personaggi che ad un intreccio vero e proprio, con alcune parti che risultano un po’ lente, anche se a mio parere comunque mai noioso grazie all’accorta direzione di un giovane Blake Edwards che sa imprimere il marchio della sua regia soprattutto nelle scene in esterni a New York, che hanno il massimo di evidenza figurativa e insieme descrittiva. Audrey dimostra di avere una gamma espressiva molto estesa, che funziona sia nelle scene più leggere che in quelle drammatiche, tanto che il film risulta essere costruito completamente in sua funzione; fra gli altri attori George Peppard se la cava onorevolmente, ben centrato sul personaggio e trova qui il miglior ruolo di una carriera cinematografica mediocre; buono il contributo di Patricia Neal nella parte dell’amante di Peppard e di Buddy Ebsen nel breve ruolo del marito di Holly, mentre superflua e incongrua risulta la prestazione di Mickey Rooney nella parte del vicino di casa giapponese, una caricatura che Edwards e lo sceneggiatore Axelrod potevano decisamente evitare. Naturalmente da lodare l’apporto della musica di Henry Mancini, giustamente premiato con l’Oscar per la colonna sonora e la canzone “Moon river”, il film resta una delle commedie romantiche più famose della storia del cinema, e se la trama e i personaggi hanno trovato una così forte risonanza emotiva nel pubblico, sicuramente è per merito di un'ottima sceneggiatura, un’ispirata regia e un cast i cui meriti si sono già detti. Dunque, per me non si tratta di un film sopravvalutato, anche se il confronto col romanzo dovesse risultare sfavorevole e l’happy ending troppo zuccheroso e un po’ conformista.
Voto 8/10
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