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Colazione da Tiffany

Regia di Blake Edwards vedi scheda film

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La recensione su Colazione da Tiffany

di supadany
8 stelle

Opera che consacrò quel talento imprendibile (nei giorni migliori) di Blake Edwards, rievocato anche sotto mentite spoglie (ad esempio il titolo italiano venne usato per party di musica elettronica tra i più significativi in Italia negli anni 90”); oggi con ogni probabilità ha una minor carica, ma le qualità sono comunque fin troppo evidenti a partire dalla presenza di Audrey Hepburn praticamente irraggiungibile da qualsiasi collega odierna, almeno per grazia (praticamente infinita).

Holly Golightly (Audrey Hepburn) è una ragazza impulsiva che si mantiene assecondando uomini ricchi (il suo motto è “Vado pazza per Tiffany, li non può accaderti niente di brutto”).

Paul (George Peppard) è il suo nuovo vicino di casa, uno scrittore poco ispirato e mantenuto che appena la vede s’innamora di lei (e chi potrebbe non farlo?).

Paul finirà coinvolto nell’irregolare stile di vita di Holly, ma farla sua, imprendibile quale è, sarà molto complicato.

 

 

Pellicola che accusa un po’ gli anni (arrivare in anticipo nel mondo del cinema comporta anche questo), ma che comunque non si può certo considerare appannata e questo è già un piccolo record.

Inutile dire che gioca un ruolo fondamentale l’intepretazione di Audrey Hepburn, capace di essere spumeggiante, contagiosa, audace, vulnerabile e matta con un’immediatezza che ha del disarmante, passando per giunta da un capo all’altro rapidamente.

Ovvio che però i meriti siano trasversali; è infatti scritto con grazia e diretto con maestria da Blake Edwards che oltre ad avere il merito di mantenere sempre un buon ritmo, pur nei repentini cambi di umore, ha pure quello di esser stato allo stesso tempo sottile, quando si tratta la natura di Holly con i 50 dollari (e non erano proprio i tempi per affrontare certi argomenti col grande pubblico) e felicemente scombinato quando la propulsione della festa deve rapire tutti (il party a casa Golightly è stato diretto richiedendo la massima libertà ai partecipanti, una vera e propria festa nella festa).

Hanno poi il loro peso anche alcuni comprimari, come Mickey Rooney con la sua caratterizzazione eccentrica “made in Japan” e Patricia Neal credibile, e rischiosa, nella parte di una donna dominante, senza scordarsi il gatto rosso, più protagonista di quanto si possa credere.

Ed il finale iper romantico forse spezzerà il tono, ma non è un peccato, ma semplicemente il giusto compendio, per una pellicola tutta da gustare e che si merita pienamente gli elogi che da sempre riceve.

Speziato.

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