Regia di Blake Edwards vedi scheda film
Lui e lei sono due emarginati di lusso: lui fa il mantenuto, lei l’accompagnatrice. Entrambi si ritagliano un angolo di cielo nel grigio delle loro vite: lui sogna di fare lo scrittore (anche se alla sua macchina per scrivere manca il nastro dell’inchiostro), lei va a consumare la colazione davanti alla vetrina della gioielleria Tiffany alla fine delle sue notti (come la vediamo fare durante i titoli di testa, accompagnati dalle struggenti note di Moon river). Lei ha anche un gatto, a cui però non ha ancora dato un nome (lo chiama semplicemente Gatto), perché aspetta di trovare un posto dove sentirsi finalmente bene. Sappiamo fin dall’inizio come terminerà, perché la commedia è un genere prevedibile: un uomo e una donna attraversano varie peripezie e si ricongiungono. Il lieto fine non c’era nel romanzo di Capote (dove lei parte davvero per il Brasile e lui rivede il gatto molto tempo dopo, attraverso le finestre di una casa in cui qualcuno gli aveva sicuramente dato un nome), ma non disturba neanche troppo: anzi, siamo felici di rivederli insieme.
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