Regia di Joe Dante vedi scheda film
E se nella nazione più potente del mondo e (teoricamente) più avanti di tutte le altre, si scatenasse una guerra civile per contrasti derivati dall'intolleranza verso le minoranze? L'apologo grottesco, che passa dalla commedia iniziale al dramma dell'ultima parte, sfornato da Joe Dante, è di quelli che portano a riflessioni non banali:il tema della nazione frutto dell'unione di popolazioni diverse tra loro, la Grande Patria che ha sempre accolto uomini in fuga, diseredati e viaggiatori che implode per uno scellerato uso della politica, e il troppo Potere concesso a chi enfatizza l'odio interno alla società sono argomenti tutt'altro che da liquidare brevemente. Ed il regista di "Salto nel buio" assolve il compito che si è scelto con seria ironia, costruendo un esempio di cinema graffiante che tocca sociale e politica senza pesare, prendendo come riferimento all'interno della storia l'anziano e saldamente democratico giornalista James Earl Jones, consapevole della demenza degli sviluppi della Storia in alcuni passaggi, e degli uomini che a tal punto la portano. Purtroppo non è un titolo celebre come avrebbe meritato,giunto forse in un periodo in cui dal cinema il pubblico pretendeva più leggerezza o semplicemente aveva voglia di svagarsi,punto e basta. L'estate prossima Joe Dante tornerà sugli schermi, è una bella notizia.
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