Regia di Claude Sautet vedi scheda film
Sautet non delude quasi mai, come qui, con questa dignitosa storia di crimine dall'ambientazione e dalla trama originali. Il regista dà al film un andamento fluido ma non troppo veloce, che comunica una moderata tensione.
I personaggi sono abbastanza approfonditi, compresa la banda dei malviventi, i quali vengono descritti con pochi, efficaci accenni. Anche la Coscina non si limita a dare la sua bellezza, e riesce a rendere bene una vedova ricca, annoiata, che ancora rimpiange di aver sposato il defunto marito senza amore.
Il legnoso Lino Venutra interpreta un personaggio né carne né pesce, ne buono né cattivo: è pragmatico e spiccio nei modi, di poche parole, e non fa smancerie alle donne. Sembra avere anche poche emozioni, come rabbia o paura. L'attore però riesce a rendere tutto questo credibile con il suo consolidato talento, affrancandosi in tal modo dall'accusa di inespressività. Anzi, il capitano che intepreta finisce per essere un tipo originale, fuori da tutti gli stereotipi sugli ex lupi di mare.
Forse preferisco il Sautet della seconda fase, quella delle storie sentimentali e dei finesettimana in campagna, ma anche in queste storie di crimine (da ricordarsi anche "Asfalto che scotta) il regista aveva saputo dimostrare il suo talento. PS: il film è in bianco e nero.
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