Regia di Louis Malle vedi scheda film
“Lacombe Lucien” è uno dei migliori film di Louis Malle, probabilmente la sua opera più riuscita e intelligente insieme a “Fuoco fatuo”. All’epoca della sua uscita il film suscitò un vespaio di polemiche perché parlava di una vergogna nazionale, il collaborazionismo dei francesi coi tedeschi verso la fine della Seconda Guerra Mondiale; le polemiche furono ingiustificate perché Malle rievoca il periodo storico con un rigore e una ricchezza nella rievocazione ambientale che strappano l’applauso, senza fare una distinzione troppo netta fra buoni e cattivi. La sceneggiatura fu scritta da Malle in collaborazione con lo scrittore Patrick Modiano, recentemente insignito del Premio Nobel, ed è davvero acuta e penetrante nella caratterizzazione dei personaggi, soprattutto il protagonista Lucien, un ragazzo di campagna che viene scartato dalla Resistenza perché troppo giovane e accetta, per motivazioni enigmatiche ma comunque legate al suo bisogno di accettazione, di collaborare con la Gestapo in una cittadina provinciale. Nonostante cio’, si innamora di una ragazza ebrea, figlia di un sarto che nasconde anche l’anziana nonna dai tedeschi, e nei loro confronti si comporta in maniera profondamente ambigua, con un misto di attrazione e di intimidazione. Il protagonista Pierre Blaise era un esordiente scelto da Malle per la sua aderenza fisica al ruolo, ed è efficace come lo furono gli attori non professionisti del Neorealismo italiano; in seguito girò qualche altro film, ma morì all’età di soli venti anni in un incidente stradale; ottimi fra i comprimari la sensibile Aurore Clement e Holger Lowenadler nella parte del sarto ebreo. Il film fu candidato all’Oscar come Miglior film straniero ma fu sconfitto da “Amarcord” di Federico Fellini; conferma il talento e la statura autoriale di Malle, regista un po’ discontinuo, ma comunque fra i migliori della sua generazione.
Voto 9/10
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